Tenta di violentare studentessa sotto la doccia

Nei guai un pakistano di 37 anni

Violenza sessuale (foto d'archivio)

Violenza sessuale (foto d'archivio)

San Martino in Rio (Reggio Emilia), 19 gennaio 2017 - È entrato dalla porta di casa, aperta. L’ha vista nuda nel bagno, mentre stava per entrare nella doccia e ha provato ad approfittarsi di lei, abbracciandola e proponendole di pagarla per avere un rapporto sessuale. È una vicenda squallida, quella culminata ieri con il patteggiamento a un anno e undici mesi di reclusione (pena sospesa), per il reato di violenza sessuale.

È l’estate del 2014 quando lui, pakistano oggi 37enne (difeso dall’avvocato Franco Beretti), si invaghisce della giovane studentessa italiana; all’epoca dei fatti 23enne, figlia del suo padrone di casa. Quasi un’ossessione per lui, che ha lasciato la moglie in Pakisitan per venire qui a lavorare e cercare un futuro migliore, senza mai aver avuto problemi con la giustizia. Così, dopo averle confessato i suoi sentimenti, le chiede di uscire. Ma lei risponde no. Non se ne parla.

Lui perde la testa. È il 28 giugno di tre anni fa quando lui scende le scale della palazzina dove abita, al piano di sopra del padrone di casa, e apre la porta (che viene sempre lasciata aperta). La ragazza è nel bagno, svestita, che sta per entrare nella doccia. Lo straniero entra e non resiste: la abbraccia, tenta un approccio. Lei è completamente nuda, indifesa, paralizzata dalla paura e sconvolta per quanto sta accadendo.

Lei inizia a gridare e lui rincara. «No, ma ti pago se vuoi... » Cerca di nuovo di abbracciarla, la tiene un po’ stretta. La ragazza continua a urlare e dopo attimi di panico riesce a divincolarsi e a scappare via. Poi la denuncia.

L’uomo viene accusato di violenza sessuale ultimo comma (fatto di lieve entità) dal pm Piera Cristina Giannusa. E ieri, davanti al giudice Angela Baraldi, arriva il patteggiamento a poco meno di due anni.

«L’imputato – fa sapere il suo difensore – ha più volte contattato la parte offesa per un risarcimento. Ma lei non si è fatta viva e non si è costituita parte civile».