Settore edile in crisi, Livi: "Legacoop si muoverà?"

Il sindacalista della Fillea: "Unieco, entro fine mese il piano di salvataggio"

La sede dell’Unieco

La sede dell’Unieco

Reggio Emilia, 22 dicembre 2016 - «Il dato politico rilevante è che in Emilia e in particolare a Reggio, dove c’è la culla della cooperazione, siamo alla desertificazione o quasi del settore edilizia. E questo è un interrogativo che va girato alla Legacoop: hanno intenzione di intervenire?»

Ad affermarlo è il segretario provinciale della Fillea Mauro Livi, che interviene sulla crisi che ha investito due dei marchi più noti della cooperazione nell’ambito delle costruzioni, Unieco e Coopsette. Due situazioni diverse, con caratteristiche molto differenti, sottolinea Livi.

Per quanto riguarda Unieco «ci si attende entro fine del mese una soluzione della vicenda»: quindi prima dell’anno nuovo si dovrebbe sapere il piano di salvataggio della cooperativa troverà una quadratura (con 170 licenziamenti) oppure se si arriverà alla liquidazione coatta amministrativa della coop. Invece per quel che riguarda Coopsette «la liquidazione è già in una fase avanzata, è stato fatto il primo stato passivo e un centinaio di lavoratori è stato rioccupato».

Per gli altri, (circa 200) una volta terminata la cassa integrazione è prevista la Naspi: una integrazione salariale ma senza più il rapporto di dipendenza dall’azienda, da licenziati. Sul settore edilizia non ci sarebbero offerte, mentre qualche spiraglio potrebbe esserci nel settore meccanico.

Livi sferza la Legacoop: ma dalle indiscrezioni che circolano, la Lega delle cooperative avrebbe un piano per intervenire: «Evidentemente sono idee espresse in riunioni molto segrete, visto che non compaiono proposte nelle sedi ufficiali. Speriamo che ci sia un passo ufficiale. D’altra parte siamo di fronte ad un problema sociale, non è una questione banale. Probabilmente ora è tardi, ma se hanno un’idea è ora che la mettano in campo».

Ora per la vicenda Unieco cosa succede dal punto di vista sindacale? «Abbiamo firmato un verbale di mancato accordo. La legge prevede che saremo convocati ad un tavolo regionale e in quella sede ribadiremo la nostra indisponibilità a siglare un accordo con 170 licenziamenti.

Se non ci sarà intesa, l’azienda ha la facoltà di partire con le procedure di mobilità. A meno che non subentri la liquidazione coatta amministrativa».