Precipita dalla montagna e muore a 56 anni, il dolore del fratello

Tragedia sullo Stolemberg, in Val d’Aosta: la vittima è Paolo Lugli. Il fratello: "Era un escursionista esperto"

Un intervento dell’elicottero del Soccorso alpino valdostano

Un intervento dell’elicottero del Soccorso alpino valdostano

Reggio Emilia, 25 luglio 2016 – Come una pietra, una delle tante disseminate fianco della montagna. All’improvviso il corpo rotola sul declivio e si ferma una trentina di metri più sotto. La quiete dell’alta montagna viene straziata dalla morte. Dirupi improvvisi e canaloni: il fascino aspro della cresta dello Stolemberg, nelle Alpi, attira ogni anno, in questo periodo, tanti escursionisti alla ricerca di fresco, tranquillità e panorami maestosi. Ma ieri, nella zona del passo dei Salati, tra la Valsesia (in Piemonte) e la Valle del Lys (in Val d’Aosta), la pace lascia il posto al dolore.

Sotto gli occhi di diversi testimoni un escursionista, Paolo Lugli, 56 anni compiuti il 18 maggio, muore precipitando mentre percorre un passaggio attrezzato. Sono le 11 quando l’uomo, in vacanza con alcuni amici reggiani, percorre quel tratto di sentiero dello Stolemberg, da solo. Lui, che ama le alte quote, sale in alto. Gli altri, a quanto emerso dalla ricostruzione, rimangono più giù.

All'improvviso l’uomo perde l’equilibrio e precipita lungo la parete della montagna. Il corpo segue il profilo del fianco roccioso, sino a fermarsi più sotto. Un gruppo di escursionisti nelle vicinanze assiste alla caduta e chiede aiuto. Dapprima viene allertato il Soccorso alpino di Alagna Valsesia (Vercelli), che coinvolge i colleghi valdostani. Arriva anche l’elicottero, ma per Lugli non c’è più nulla da fare. Per il riconoscimento collabora il Soccorso alpino della guardia di Finanza, mentre gli accertamenti vengono svolti dai carabinieri di Gressoney.

Secondo le prime indagini, l’uomo potrebbe aver fatto un passo falso, sbilanciandosi: in questo caso potrebbe essere stato fatale un trauma contro le rocce e i sassi durante la rovinosa caduta. Ma non si esclude che l’uomo possa essere stato colto da malore. La salma è stata portata al cimitero di Gressoney-La- Trinitè. Secondo i carabinieri quel percorso non è, tutto sommato, troppo complicato per un alpinista.

«Sono sconvolto. Paolo andava in montagna da quando era un ragazzino: era la sua passione, ogni weekend faceva un’escursione», racconta affranto il fratello Claudio, mentre è al volante, nel pomeriggio di ieri, per raggiungere la Val d’Aosta. Lugli abitava nel quartiere Ospizio, in via Casali: da molti anni impiegato nell’azienda reggiana Gom Plast, in via Nagasaki, nella zona annonaria, amava seguire lo sport in tv e da giovane si era dedicato alla bici. «È andato tante volte in Trentino Alto Adige e Val d’Aosta. Di ogni montagna che aveva battuto conosceva le singole pietre. Era una persona riservata e schiva». E forse anche per questo amava tanto la montagna, che lo ha accolto nel suo silenzio.