«Falso export, quasi due milioni in un anno per la mente dell’associazione»

Inchiesta sulla maxi-frode, i compensi da capogiro di Foroni

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Reggio Emilia, 11 ottobre 2015 - «IL VERO e proprio promotore e organizzatore dell’associazione a delinquere finalizzata alle frodi fiscali». Un uomo capace di intascare come stipendio, in un solo anno solare (2012), un milione e 830mila euro.

Ecco come viene descritto dagli inquirenti Maurizio Foroni, 46enne di Castelnovo Sotto, considerato dall’accusa il vertice della piramide criminale del giro di false fatturazioni sull’export e della maxi-frode da almeno 20 milioni di euro, smantellata ad aprile dalle Fiamme Gialle.

FINITO in carcere, secondo le ricostruzioni degli investigatori aveva messo in piedi un meccanismo fraudolento capace di approfittarsi delle aziende in crisi economica. Questo viene ricostruito nelle pagine dell’ordinanza del gip di Modena. Ma quel che emerge ora, tra le righe, ha risvolti molto pesanti e porta dritto negli uffici di via Mazzacurati, sede della fallita New Line (dove aveva casa anche lo storico negozio di articoli sportivi Caam, poi chiuso).

LA New Line, ufficialmente amministrata da Verther Fabbi, secondo i pm modenesi era però in tutto gestita da Maurizio Foroni. La società, nel tempo, si sarebbe «prestata anche a emettere fatture false nella maxi frode carosello»,

Nell’ufficio di Foroni, ad aprile, le Fiamme Gialle trovarono un bunker segreto, nascosto da una libreria semovente su binari; come nella perfetta sceneggiatura di un film poliziesco americano.

DENTRO, c’erano oltre 100mila euro, suddivisi in mazzette da 50 e 100 euro, oltre a numerosi timbri riconducibili a decine di società ed utilizzati – secondo le ricostruzioni – per l’emissione delle fatture false.

Non solo, è stata trovata anche la documentazione relativa agli organigrammi delle realtà imprenditoriali legate all’organizzazione e i ruoli che avevano le persone coinvolte. Il nascondiglio era fornito anche di un sistema di video-sorveglianza.

MAURIZIO Foroni, secondo le ricostruzioni, «aveva e ha tuttora la disponibilità di diverse società – scrive il gip di Modena, Andrea Salvatore Romito –: Acw di Bomporto, Gmz Lamiere di Bomporto, Fashion and Building di Soliera, Newcity srl (ex Sael srl) di Reggio, Alfa srl, Beta srl, Omega srl tutte di Reggio; Bservizi srl di Reggio, Progeny srl Reggio, Progeny Wipc srl di Reggio, Progeny Wipe srl di Reggio, Ellegidue Informatica srl di Torino, Officina Pro-Mec srl di Maranello».

DI NESSUNA di queste, però, era ufficialmente socio o amministratore. Soltanto dipendente. Un dipendente con compensi da capogiro, però: nel solo anno 2012 avrebbe ricevuto quasi due milioni di euro di stipendio, come emerge «dalle interrogazioni alla banca dati dell’anagrafe tributaria», si legge nell’ordinanza.

IN PARTICOLARE, oltre un milione 391mila euro euro sarebbero arrivati come dipendente della G&T Garment and Textile srl e oltre 439mila dalla Bservizi srl.

Le cifre emergerebbero dai modelli 770 presentati da entrambe le società. Peccato che invece, per lo stesso anno, Maurizio Foroni non avrebbe presentato alcuna dichiarazione dei redditi. Le ricostruzioni degli inquirenti sui compensi vanno dal 2007 al 2012.

MA tra gli arrestati del blitz, finito ai domiciliari, c’era anche un altro Foroni, Marco, 52enne di Boretto; accusato di associazione a delinquere, secondo il gip «coadiuvava il fratello, mantenendo personalmente i contatti con taluni degli imprenditori della maxi frode, talora anche dando istruzioni su come effettuare i pagamenti delle false fatture o incassando personalmente somme in contanti da riversare poi al fratello Maurizio».