Grissin Bon, la scelta giusta

Il commento

Il PalaBigi stracolmo

Il PalaBigi stracolmo

Reggio Emilia, 1 giugno 2016 - La Pallacanestro Reggiana giocherà le gare interne di questa meravigliosa sfida scudetto contro la corazzata Milano nella sua casa: il PalaBigi. Via Guasco. Quella di Stefano Landi – patron biancorsso al quale la città non deve smettere di dire grazie per quello che ha fatto in questi anni – è la scelta del cuore. Della reggianità verace. E' la scelta che il Carlino ha in qualche modo “sponsorizzato” alcune settimane fa e oggi siamo contenti che la società ci abbia seguiti. Perché questa, ne siamo fermamente convinti, è la scelta giusta.

Mi sono piaciute le parole della presidentessa del club, Licia Ferrarini. Vero, è stato un atto d'amore doveroso di confronti di Reggio.

Quando lungo la via Emilia hanno cominciato a diffondersi i rumors sui ragionamenti attorno ad un possibile spostamento nella più attrezzata Bologna, lo confesso, c'ero rimasto male. Da tifoso e da reggiano.

Ma come, la nostra squadra arriva per la seconda volta a un traguardo fantastico e siamo costretti a giocarci il tricolore tutto in trasferta? Perché, dai, Bologna (Pala Dozza o Unipol Arena che fosse) significava appunto questo: emigrare regalando di fatto a Milano il fattore campo. Ma la nostra casa è via Guasco, è il palazzetto che, pur inadeguato che sia, merita di essere la cornice di questa emozionante avventura.

E poi scusate: già un anno fa la finale contro Sassari la giocammo a Reggio.

Certo, comprendo i dubbi della dirigenza della Pallacanestro Reggiana: Bologna avrebbe garantito maggiori incassi e un'organizzazione meno problematica, avrebbe significato accontentare un bacino di tifosi più ampio. Capisco le ragioni di ordine pubblico. Ma sono anche convinto che una città che ha organizzato eventi come i concerti degli U2 o di Liga – roba da 200mila persone – non possa spaventarsi. A questo penseranno i responsabili delle forze dell'ordine.E' evidente che una volta di più esplode la necessità di avere una struttura adeguata. E' stato iniziato un percorso. Ora godiamoci le serate da sogno che ci aspettano al pala, in piazza davanti al maxischermo, per le strade – finalmente un vortice di aria fresca - e poi risolviamo il nodo palasport una volta per tutte. Con una consapevolezza: che se non avessimo giocato a Reggio sarebbe stata una sconfitta a prescindere dal risultato. Una sconfitta della città.

Lo sport, se vuole avere un futuro, non può essere solo business. E' anche cuore. Romanticismo. L'altra sera, alla fine della battaglia contro Avellino, ho visto in tv la faccia stravolta di Rimantas Kaukenas, uno che ha quasi 40 anni e ne ha vinte e viste di tutti i colori. Ho ascoltato le sue parole: “Sono emozionato”. Lo scorso anno, dopo la sconfitta con Sassari, l'immagine simbolo fu proprio lui, Rimantas, che piangeva in un palasport ormai semivuoto consolato dalle sue bimbe. Ecco, spero una cosa sola: che anche quest'anno in via Guasco Kaukenas alla fine pianga. Ma che stavolta le sue siano lacrime di gioia.