Grissin Bon, il patron Landi: "Stiamo facendo cose pazzesche. Così rilanciamo Reggio"

Stasera la squadra in campo in gara 6 per lo scudetto

Stefano Landi con la sciarpa biancorossa che ormai indossa ad ogni partita

Stefano Landi con la sciarpa biancorossa che ormai indossa ad ogni partita

Reggio Emilia, 24 giugno 2015 - Stasera la Grissin Bon scende in campo per lo scudetto contro Sassari. La Pallacanestro Reggiana l'altra sera ha piegato i sardi per 71-67 e si è portata sul 3-2 nella serie. A un passo dal sogno.

Stefano Landi, patron della Grissin Bon, ci dice cosa ha pensato, lunedì sera, un secondo dopo la fine della partita?

«Ero molto, molto, contento. E’ stata una partita difficile e piena di sofferenza. L’assenza di Lavrinovic ci ha costretti a tirare fuori tutto ciò che avevamo in corpo e, forse, anche qualcosa in più. Abbiamo dimostrato, per l’ennesima volta, tanta voglia di vincere e credo che il successo sia meritato».

Ma lei si è reso conto che stasera Reggio può vincere lo scudetto? Ci sembra troppo calmo...

«Io me ne rendo conto - ride il patron biancorosso - ma non vado in campo. Sono i giocatori e i tecnici che devono preoccuparsi».

Ora la Grissin Bon ha due match ball...

«Vi dico la verità: spero di portare a casa il successo decisivo il prima possibile. Penso che vincere a Sassari non sia una missione impossibile. Nelle prime due partite in Sardegna c’è stata tanta lotta: ci serve un canestro in più e possiamo farcela».

L’assenza di Lavrinovic, però, sarà un macigno.

«La sua assenza sarà molto importante perché, fino ad oggi, nei playoff era stato il vero ago della bilancia. Senza di lui dovremo sputare sangue e buttare ancor di più il cuore oltre l’ostacolo».

Possiamo dire che, con i problemi e gli ostacoli che ha superato la Grissin Bon, questo scudetto sarebbe meritatissimo?

«Penso di sì: abbiamo avuto una stagione esaltante pur tra tanti ostacoli. Gli infortuni bisogna metterli in preventivo ma quest’anno è stato un martirio. Il rovescio della medaglia è che abbiamo fatto vedere a tutto il mondo del basket quanto siamo bravi».

Ecco, a proposito: la sua squadra sta rilanciando ovunque l’immagine di Reggio...

«Credo che in tutta Italia, in questi giorni, si parla di Reggio in termini positivi. Ho sentito tante persone dire che stiamo facendo qualcosa di pazzesco. Credo che questo sia bello per tutti i reggiani e mi rendo conto, girando per la città, che c’è un entusiasmo incredibile».

L’altra sera in via Guasco c’era il presidente della federbasket Gianni Petrucci e il discorso, alla fine, è tornato sull’impianto inadeguato. La lingua batte sempre sul dente che duole...

«Guardate, sono il primo ad essere dispaciuto e scocciato di dover toccare sempre questo tema. Al di là del fatto che si vinca lo scudetto, siamo arrivati molto in alto e ormai credo che tutti abbiano capito che non possiamo continuare a competere a questi livelli con un impianto del genere. L’ho detto mille volte e lo ripeto: non è una minaccia o chissà cos’altro, ma solo una considerazione in linea con la realtà. Ci sono dei segnali, a volte, che ti fanno capire tante cose...».

A che cosa si sta riferendo?

«Al fatto, ad esempio, che lunedì, mentre venivo al palasport ho visto, per la prima volta in 15 anni, i banchetti che vendevano sciarpe e bandiere biancorosse e i furgoncini con i panini e le bibite. Sembra una roba da poco, ma in realtà è un segnale della grande importanza che stanno assumendo le nostre partite e senza un nuovo palasport non potremo restare così in alto. Alla fine di queste finali, il problema dovranno porselo un po’ tutti per l’ennesima volta».

Lei parlerà con la squadra in questi giorni?

«Non l’ho mai fatto - garantisce Landi - e non lo farò ora. Credo che in queste ore la spinta ai giocatori venga proprio da tutta la città. E anche da buona parte del basket nazionale».

Lo sa che diversi giocatori della Grissin Bon sono entrati nel mirino di squadre importanti a cominciare da Cinciarini che sarebbe seguito da Milano?

«A me fa piacere. Abbiamo dato a loro la possibilità di mostrare ciò che valgono e loro ci hanno ricambiato portandoci in alto. Poi bisogna dire che ci sono giocatori sotto contratto su cui avevamo puntato su cui continuiamo a puntare. Se ci saranno richieste, le valuteremo».

Lei ha sentito gli insulti razzisti a Lawal denunciati dal presidente di Sassari?

«Nella bolgia del PalaBigi non mi sono accorto di questo aspetto. Se gli insulti ci sono stati, sono il primo ad essere d’accordo con Sardara. Si tratta di aberrazioni del tifo che non voglio più sentire. Se è successo realmente, chiedo scusa al giocatore che, tra l’altro, è tra i più bravi del campionato. Il basket deve stare alla larga da questi aspetti».

E le polemiche sugli arbitri?

«Non le condivido. E’ difficilissimo arbitrare il basket. E voglio chiedere ai nostri tifosi di smettere di lanciare le palle di carta in campo. Questa finale, anche grazie al gemellaggio tra i tifosi, è stata una grandissima festa, vorrei che tutti pensassero solo a incitare i loro giocatori»