Da capitan Cinciarini a Lavrinovic. Ecco i 14 eroi della storia biancorossa

Il loro nome resterà scolpito nel cuore di generazioni di tifosi

L’olimpo del basket applaude la Grissin Bon

L’olimpo del basket applaude la Grissin Bon

Reggio Emilia, 27 giugno 2015 - La ricorderemo per il resto della nostra vita come la stagione degli immortali. 14 eroi che sono andati oltre i propri limiti. Dal primo giorno di ritiro fino all’ultimo secondo sono passati attraverso gli ostacoli dello sport e della vita. Sono caduti, si sono rialzati e hanno guardato in faccia la sconfitta, dimenticandosi della paura. Il loro nome resterà scritto per sempre nel cuore di tutte le generazioni che hanno avuto la fortuna di applaudirli. Andiamo in ordine sparso, ma il primo non può che essere il capitano e il condottiero Andrea Cinciarini. Arrivato a Reggio nell’estate del 2012 per fare la riserva di Dawan Robinson è diventato uno dei playmaker più forti d’Europa. Passaggio al laser, moto perpetuo, leadership innata e quella tripla in gara 7 a Venezia che probabilmente ha cambiato il corso degli eventi. E’ stato la pietra miliare di un’epoca. Achille Polonara, l’uomo d’acciaio, uno dei migliori acquisti nella storia della Pallacanestro Reggiana. Nato per volare sopra il ferro, sarebbe stato perfetto nei Lakers dello showtime, ma per fortuna il Dio dei canestri l’ha regalato a coach Menetti. Non sa cosa sia la pressione, se c’è una giocata fondamentale da fare statene certi: «Polonair» la farà. Rimantas Kaukenas, difficile riassumere la quintessenza della pallacanestro in poche righe. Cresciuto in mezzo ai mitra sovietici di una Lituania occupata: «Il basket era l’unico modo per sentirsi liberi», ha confessato. Dovrebbe essere studiato sui libri di scuola: carisma, intelligenza, etica del lavoro da fare impallidire Stakanov e una voglia di vincere alla Michael Jordan. Se Omero fosse ancora in vita ne canterebbe le gesta.

Ojars Silins, è la storia del ragazzo partito con la valigia di cartone che diventa Rockfeller. Portato a Reggio da Andrea Menozzi (un altro eroe…) ha lasciato la sua Riga quando aveva 17 anni per diventare quello che è oggi: un’ala piccola il cui potenziale non conosce confini. Fisico, tiro, tempismo in difesa: non c’è cosa che non sappia fare su un campo da basket. Darjus Lavrinovic, è stato la pozione magica. Atteso per 7 mesi, ha mostrato a tutti che la classe non conosce età. Elegante come un cigno, distruttivo come un carro armato. Creato da una costola di Sabonis. Amedeo Della Valle, il serpente a sonagli. Da Ohio State ai parquet italiani con il veleno nella mani. Fisico da impiegato, tiro, controllo di palla, senso dell’anticipo da fuoriclasse. Istinto del killer e astuzia alla Lupin. Federico Mussini, il baby prodigio ha stupito il mondo intero con il suo talento cristallino. La difesa su Phil Goss e il suo tiro di seta resteranno nell’almanacco biancorosso per l’eternità. Riccardo Cervi, la sua storia meriterebbe un capitolo a parte. Miglior stoppatore della Legadue a 21 anni, nei primi 3 in tutti i campionati di serie A disputati: 214 centimetri da nazionale. Con lui «dietro» non si passa. Drake Diener, arrivato a Reggio come colpo dell’anno, ha faticato più del previsto, ma ha comunque avuto sprazzi da big che sono risultati fondamentali, come gara 2 a Venezia. Giovanni Pini, la roccia che non ha fatto rimpiangere Cervi nella serie con la Reyer. Questo scudetto è anche suo. Vitalis Chikoko, venuto dallo Zimbabwe per portare atletismo e intimidazione, è stato e potrà essere prezioso. Donell Taylor, il gettone meno gettone di tutti i tempi. «DT» è nella storia del club per come ha sostituito Diener e per le altre 2 stagioni in maglia biancorossa: talento vero. Adam Pechacek, gregario dal futuro luminoso, con Lavrinovic ai box è stato utile alla causa. Ksystof Lavrinovic, pochi mesi per far capire di che pasta fosse fatto.