Grissin Bon, l’amarezza non spazzi via un’avventura fantastica

A Sassari è girato tutto bene, alla Grissin Bon no FOTO La delusione biancorossa

La delusione a fine partita (foto Ciamillo)

La delusione a fine partita (foto Ciamillo)

Reggio Emilia, 27 giugno 2015 - Fermate il vostro cuore. E coccolatelo. Accarezzatelo. Regalategli un sorriso. Cercate di fare in modo che il fiume di amarezza che ha invaso tutta Reggio ieri sera, straripando in migliaia di anime biancorosse, non distrugga e spazzi via quella che poteva essere la più bella delle favole. E’ andata male, è mancato il lieto fine, la favola si è conclusa nel peggiore dei modi. Ma le favole non vanno mai calpestate, credeteci.

Anche se la grande festa che tutta Reggio sognava e pregustava, si è trasformata nella grande beffa. Anche se Sassari ha festeggiato il primo scudetto della sua storia in un palasport reggiano inondato di delusione e lacrime. E sappiamo che, magari, è poco elegante, in questo momento, dire, scrivere e sostenere che, se ci fosse stato un dio dei canestri, il successo sarebbe dovuto andare alla Grissin Bon. Perché ai biancorossi dal cuore immenso, è girato davvero tutto storto.

E perché la formazione reggiana ha dovuto scalare montagne altissime, trovando ostacoli sempre più alti sul proprio cammino. A Sassari, al contrario, è girato quasi tutto giusto e non potremo, mai e poi mai, dimenticare quella tabellata di Logan che, in gara-6, ha tolto dalle mani della Grissin Bon uno scudetto che si stava concretizzando. Amen: si vede che doveva finire così. E l’amarezza, in questo momento, è enorme. Sapendo, per di più, che ben difficilmente si ripeterà un’occasione del genere e che, a meno di eventi particolari, sarà durissima, in futuro, riportare Reggio in una finale-scudetto. Oggi, insomma, è il giorno della tristezza. E’ il giorno delle illusioni perdute. E’ il giorno dell’amarezza. Fermate il vostro cuore, però, e coccolatelo. Perché, ne siamo certi, quando le tossine che stanno circolando nel sangue biancorosso, cominceranno a purificarsi, la delusione lascerà spazio ad altri sentimenti.

Fra due o tre mesi, tutti noi ricorderemo con immenso orgoglio questa splendida avventura. Tutti noi apprezzeremo quello che abbiamo vissuto. Tutti noi porteremo nel cuore i giocatori che ci hanno fatto sentire fieri di essere reggiani e di camminare al fianco della Grissin Bon. Tutti noi, tra qualche anno, racconteremo questo pazzo e bellissimo mese e lo faremo con toni entusiastici, cancellando la sconfitta ed esaltando tutto il resto. Malgrado sia finita male, Reggio deve dire grazie a questi straordinari ragazzi che ci hanno fatto sognare e ci hanno trascinati in un mare pieno di entusiasmo. Deve dire grazie a Stefano Landi, l’uomo che ha saputo costruire questo miracolo sportivo con pazienza, tenacia. Deve dire grazie a Max Menetti che ha plasmato questo gruppo trasformandolo in una squadra fantastica. E deve dire grazie a tutti coloro che, in questi 40 anni, hanno coltivato la passione per il basket contagiando l’intera città. E ora basta piangere, basta riempirsi l’anima di amarezza. Lasciate che il vostro cuore si fermi e coccolatelo. Siate orgogliosi di questa squadra. Ha perso l’ultima battaglia, ma ha combattuto a testa alta e noi la porteremo sempre nel cuore. Tra 10 anni nessuno di noi ricorderà più la sconfitta finale. Tutti quanti celebreremo, invece, l’epopea della squadra che non moriva mai.