Grissin Bon cuore d'acciaio: stagione leggendaria

Nonostante infortuni a raffica

I biancorossi fanno quadrato durante uno dei match contro l’Umana (foto Lapresse)

I biancorossi fanno quadrato durante uno dei match contro l’Umana (foto Lapresse)

Reggio Emilia, 27 giugno 2015 Una stagione leggendaria. Con tante giornate luminose ma nata, proseguita, persino terminata, sotto il segno degli infortuni e di un destino mai avverso come quest’anno.

I dieci mesi più belli nella storia del basket biancorosso iniziano sotto già con all’insegna della sfortuna. A fine agosto infatti, Ojars Silins si procura uno strappo alla coscia. Il giovane lettone resterà fuori sino a novembre inoltrato. Una banale caduta durante la semifinale mondiale tra Lituania e Usa, costa a Darjus Lavrinovic la frattura del pollice. Risultato, anche il campione lituano è fuori causa. In precampionato pure Pini viene fermato da una lesione muscolare al polpaccio. Nemmeno il tempo di dare il via al torneo che arriva un’altra tremenda tegola. Drake Diener si fa male sul finire del primo turno (blitz vincente a Trento) dopo una prestazione strepitosa. Gli infortuni comunque non fermano l’armata biancorossa che, in serie A, inizia decisamente bene. Fiori all’occhiello la vittoria casalinga sull’Olimpia Milano (77-76, “libero” decisivo di Riccardo Cervi) e il successo sul campo della Reyer Venezia, alla decima giornata, che proietta la Grissin Bon in testa alla classifica. Fatto che fa dimenticare, per poco ahinoi, che pochi turni prima, contro Roma, un colpo assassino di un avversario mette fuori causa, per due mesi, Rimantas Kaukenas. Per inciso la “lacerazione ai muscoli obliqui dell’addome” è problema più unico che raro per un cestista.

Ma quest'anno il karma è davvero negativo per chi indossa la casacca reggiana e così Lavrinovic, appena ripresa la preparazione post frattura al dito, vede rispuntare una vecchia ernia al disco, che lo terrà ai box fino a marzo. Reggio corre ai ripari ingaggiando il gemello del lungo lituano, Ksystof, e il cavallo di ritorno Donell Taylor, che alla causa danno una discreta mano prima di prendere altri lidi. I successi in campionato nascondono il deficitario andamento in Eurocup. Lì la fisicità impera e una Reggio priva prima di Silins e Diener, Darjus Lavrinovic e Kaukenas, semplicemente non può competere, complice anche la non felice scelta di disputarla al PalaDozza di Bologna, dove, quasi mai, si va sopra i 2000 spettatori. La Grissin Bon non supera la prima fase, con due soli successi in 10 partite.

Al termine del girone di andata si arriva con la Grissin Bon terza in classifica e tante speranze per la Final 8 di Coppa Italia. Ad essa però la truppa di Menetti arriva in deficit fisico; perdipiù il da poco rientrato Diener è di nuovo acciaccato. Così Reggio, dopo un successo risicato ai Quarti con Trento, viene spazzata via da Sassari in semifinale. Alla ripresa del campionato, Cinciarini e compagni finiscono sepolti, -50 punti, 118-68 al Forum di Assago, dall’EA7.

E’ il momento più buio della stagione biancorossa. Il duro confronto del mattino successivo alla gara tra giocatori e staff tecnico, segna però anche l’inizio della rinascita. Lavrinovic, finalmente rientrato, cresce partita dopo partita e trascina la Grissin Bon al terzo posto in regular season. Miglior prestazione di sempre col record di punti: 42.

Si va ai playoff, ma ai quarti, di nuovo qualcosa sembra incepparsi. In gara 1 con Brindisi si finisce sotto di 23, prima di un clamoroso recupero. I pugliesi espugnano il “Bigi” in gara 2 e si portano sul 2-1 vincendo il primo confronto in Salento. Da qui inizia la leggenda della Grissin Bon che non muore mai. Nel quarto confronto, per la serie “win or go home”, Reggio sfodera una prestazione maestosa per intensità e tecnica, espugnando il PalaPentassuglia 62-73 con un grande Kaukenas. La bella al PalaBigi è un’apoteosi (86-62) e si vola in semifinale. Il confronto è equilibrato ma Reggio riesce a violare il PalaTaliercio in gara 2 prendendo l’inerzia. Che lascia la gara successiva quando Lavrinovic nel gelo di via Guasco esce per un problema muscolare agli adduttori.

Venezia vince, ma in gara 4 Mussini annulla il fuoriclasse avversario Goss ed è 2-2. All’ultimo tiro però il “Musso” cade male sul piede di Jackson e si scaviglia, stagione finita. La partita dopo, vinta nettamente dalla Reyer, anche Diener si strappa. Così, in gara 6, al Bigi, pochi si fanno illusioni sull’esito della contesa. Ma in uno dei match più belli della storia biancorossa, la Grissin Bon si impone 82-78, trascinata da un Kaukenas leggendario e dai 12 assist di Cinciarini. In gara 7 torna Lavrinovic che gioca una gara da campione. Reggio ha più energie e conquista la storica finale scudetto.