"Auricolare e ricetrasmettitore. Così ho potuto vivere il match"

La commovente storia di Stefano Tortini, non vedente, al PalaBigi

Rimantas Kaukenas (foto Ciamillo)

Rimantas Kaukenas (foto Ciamillo)

Reggio Emilia, 24 giugno 2015 - La Grissin Bon a «miracoli». Non solo sul campo, dove è a un passo da conquistare uno storico scudetto, ma anche fuori. E’ successo l’altra sera al PalaBigi, per il match di gara 5, dove per la prima volta in Italia, grazie alla tecnologia, una persona non vedente ha potuto seguire dal vivo la partita di basket come se la stesse «osservando» coi suoi occhi. E’ la bella storia che vede protagonista il 38enne reggiano Stefano Tortini, presidente regionale della Fand (Federazione Associazioni Nazionali Disabili, che conta 350mila iscritti in Emilia Romagna). Grazie a un auricolare e a una radiotrasmittente, gentilmente concessi dalla Rai, ha potuto seguire la telecronaca del match e contemporaneamente vivere la splendida atmosfera del palazzetto.

«E’ stata un’esperienza molto emozionante - esclama il 38enne disabile -. Anche perché sono tifoso della Pallacanestro Reggiana già dai tempi delle Cantine Riunite e quando riesco vado sempre al palazzetto. Ho potuto vivere la cronaca della gara con Sassari e parallelamente partecipare al tifo di tutto il PalaBigi. E’ stato bellissimo poter seguire le azioni della partita per conto mio, visto che solitamente la gara me la racconta il mio accompagnatore. Ero posizionato sulla gradinata in alto, nei posti non numerati, nel settore opposto alla curva della Grissin Bon. Insomma, non ero vicino al campo, ma il palazzetto ha una struttura tale che ti consente di percepire bene i rumori anche se non si è a ridosso del rettangolo di gioco. A fine partita ero davvero felice e sono anche sceso in campo per festeggiare».

«Devo ringraziare i giornalisti della Rai - continua Tortini - che mi hanno fatto provare questa esperienza. Sono stati tutti molto gentili, spiegandomi il funzionamento. Infatti, l’attrezzatura è la stessa utilizzata dai telecronisti per raccontare le partite e dai tecnici per comunicare tra loro. Mi hanno collegato un solo auricolare, per potermi permettere con l’altro orecchio di ascoltare ciò che accadeva intorno a me, e poi avevo una specie di walkie-talkie attaccato ai pantaloni. Era come essere davanti alla tv, ma con un contorno live. Credo che questo esperimento sia uno strumento importantissimo di inclusione sociale, che consente di condividere con altri le stesse emozioni. D’altronde lo sport è fondamentale per l’aggregazione e perché spinge ad aiutarsi l’un l’altro. E’ una metafora della vita. Se ripeterò questa esperienza anche in eventuale gara 7? Spero proprio di no - ride Tortini -. Ma se proprio dovessimo arrivarci allora lo rifarò».

«E’ la prima volta che una cosa del genere accade in Italia - spiega Vincenzo Tota, presidente del Comitato paralimpico reggiano e promotore dell’iniziativa che ha coinvolto Stefano -. L’idea mi era venuta in gara 2, solo che in quell’occasione non è stato possibile metterla in atto. Ho parlato coi tecnici della Rai e coi giornalisti per capire se la cosa fosse fattibile e loro mi hanno dato l’ok. Gli hanno fornito degli auricolari attraverso i quali poteva muoversi liberamente in qualsiasi parte del palazzetto, senza essere vincolato in una particolare posizione».