Don Vescovi: "Islam violento? E’ la realtà. Il Papa? Le sue sono opinioni"

Il parroco reggiano: "Non ho paura dell’Isis"

Don Romano Vescovi

Don Romano Vescovi

Reggio Emilia, 2 agosto 2016 - "Non ho nessuna paura dell’Isis. Vengano qui e mi sgozzino, va benissimo. Sarò contento di essere un martire cristiano. Piuttosto ho paura del mondo in cui si troveranno i giovani domani. Quelli della mia generazione sono stati fortunati, loro invece dovranno faticare molto di più». Parole forti, da restare a bocca aperta, quelle del 71enne don Romano Vescovi. Che arrivano nei giorni seguenti alla tragedia di padre Jacques Hamel, 86 anni, parroco di Saint-Etienne-du Rouvray, vicino alla cittadina francese di Rouen, ucciso brutalmente in chiesa dai terroristi islamici. Il parroco reggiano, ieri pomeriggio, aveva postato su Facebook un commento sapido relativo a un articolo su Papa Francesco. Bergoglio affermava che «se parliamo di violenza islamica, dobbiamo parlare anche di violenza cattolica. Non è giusto identificare l’Islam con il terrorismo». Don Vescovi, in contrasto, aveva così risposto: «Speriamo che gli islamici arrivino in qualche casa o chiesa in Italia e facciano come in Francia, in Siria e in Nigeria!!!».

Poi è arrivata la spiegazione. Che non ha certo ammorbidito i toni. «Bisogna guardare in faccia alla realtà - afferma don Romano -. Siamo in guerra e ci dobbiamo difendere. Chi ci governa deve vigilare sui propri cittadini. Io ho ospitato immigrati nella mia casa ed è successo il finimondo. Ok, li accogliamo, ma lo Stato deve fare i dovuti controlli. Guardate come è finita in Francia...». «Bisogna dire le cose come stanno - ribadisce il parroco -. Se l’Islam è violenza? Ciò che sta accadendo nel mondo fa vedere questo. E chi lo studia sostiene che, al suo interno, tale dinamica esista. E’ una mia opinione, tuttavia mi pare che le cose ora siano così. Cosa devo dire? Che ci fanno le carezze? Loro ammazzano nel nome di Allah. Io sto alla realtà. Bergoglio sostiene il contrario? Non vado contro il Papa, lui è libero di dire quello che pensa. Ma in questo caso non parla ex cathedra, bensì esprime un’opinione come un uomo comune. Francesco ha la sua, io la mia». Toni decisi e per niente concilianti. Che sgorgano qualche ora dopo lo storico gesto dei musulmani che, in Italia e in Francia, sono entrati nelle chiese a pregare coi «fratelli» cristiani. «E’ stata una cosa ridicola - va controcorrente don Romano -, sono perplesso. Il problema è come i musulmani normalmente agiscono. Loro si professano nostri fratelli? Non so se possiamo fidarci, vedremo col tempo se sarà davvero così».