Uccise Titti, Ivan Forte chiede uno sconto di pena

Il 29enne in Appello fu condannato a 20 anni

Ivan Forte con Titti Olivieri in un momento felicereggio ivan forte

Ivan Forte con Titti Olivieri in un momento felicereggio ivan forte

Rubiera (Reggio Emilia), 29 maggio 2015 - «Geni he lo rendono particolarmente aggressivo. E un lavoro stressante come quello dell’autotrasportatore che lo sottoponevano a orari pesanti e che lo portavano ad agire con comportamenti di tipo impulsivo». L’avvocato Francesco Pagliuso si appende alla perizia psichiatrica prodotta da un pool di consulenti di parte nel dossier di 37 pagine depositato alla Cassazione per chiedere una riduzione della pena a Ivan Forte. Il 29enne, originario di Castrovillari, è stato condannato a vent’anni in primo grado con rito abbreviato, dal tribunale di Reggio, per aver ucciso il 19 aprile 2012 la compagna 40enne Tiziana Olivieri (originaria di Marzaglia) nell’appartamento di Fontana di Rubiera dove convivevano. Pena confermata dalla Corte d’Assise d’Appello. Forte confessò di aver ucciso Titti strozzandola con le mani e un foulard. Poi ha inscenato un incendio, dando fuoco al letto e salvando il figlio, che all’epoca dei fatti aveva 11 mesi. Il legale difensore ricorre ora in Cassazione e chiede una nuova perizia psichiatrica volta ad accertare l’incapacità di intendere e di volere o capacità scemata al momento dell’omicidio. Insistendo sui «difetti» genetici di Forte.

«La Corte d’Assise ha disatteso la richiesta del Procuratore Generale che di quell’appello aveva chiesto il parziale accoglimento con riduzione della pena a 16 anni – si legge nel ricorso – Ci fu un mancato espletamento della perizia psichiatrica volta ad accertare il vizio totale o parziale di mente, negando l’accertamento sulla scorta di personalissime convinzioni». Polimorfismi genetici (l’Allele «Short», responsabile dell’aggressività) che avrebbero fatto agire Forte in modo impulsivo.

Infine viene chiesta l’attenuante della provocazione. Forte ha raccontato che, prima dell’aggressione, Tiziana avrebbe scagliato a terra il bambino urlandogli con foga che era proprio a causa sua che stavano litigando. «Nutro speranze – dice l’avvocato Pagliuso – per la Cassazione. Puntiamo a una riduzione della pena e all’accoglimento delle attenuanti. Ma non significa giustificare il gesto».

Intanto ieri è stato presentato il Gran Galà delle Donne che si terrà il 7 giugno in piazza Libertà a Scandiano. Serata che sarà dedicata proprio alla memoria di Tiziana, con un momento di ricordo a cui presenzieranno la mamma Rosella Carlini, il fratello Alessandro e il figlio.