Jarno Zaffelli, progettista delle piste: "Autodromi migliori grazie a noi"

Il 38enne reggiano dello Studio Dromo mette in sicurezza alcuni degli impianti più importanti al mondo

Jarno Zaffelli

Jarno Zaffelli

Reggio Emilia, 24 maggio 2015 -  «Progettiamo e mettiamo in sicurezza autodromi in tutto il mondo, siamo al top a livello internazionale per la sicurezza dei piloti di Formula Uno e MotoGp. Da Vettel a Valentino Rossi». L’azienda che sta dietro alla realizzazione dei più importanti impianti a livello mondiale si «nasconde» in via del Gattaglio a Reggio. Infatti, è stato il 38enne reggiano Jarno Zaffelli che, nel 2000, ha fondato lo Studio Dromo. Da perito industriale diplomato all’Itis, ha iniziato a viaggiare dagli Stati Uniti al Giappone per osservare di persona come dovevano essere costruiti gli autodromi e quali errori bisognasse evitare per migliorare quelli attuali. «I primi dieci anni sono stati difficili - spiega Zaffelli -, ma dopo due lavori importanti che ci sono stati commissionati, la nostra realtà ha svoltato. E oggi siamo i più accreditati concorrenti del team tedesco di Hermann Tilke, il maggior progettista di circuiti di Formula Uno». Insomma, dopo una lunga gavetta, finiscono sotto la sua supervisione strutture come quella di Monza, Imola, il Mugello e Donington. Oltre a un super progetto in Norvegia. 

«Nelle ultime due settimane ho viaggiato per 3000 chilometri - racconta sorridendo Jarno Zaffelli -. Stiamo gestendo vari progetti in giro per l’Italia e per l’Europa. Per esempio, abbiamo appena finito di lavorare alla pista di Imola, dove sono state apportate delle modifiche alle vie di fuga e ai cordoli. All’autodromo di Misano, invece, è stata fatta una riasfaltatura completa della pista per la MotoGp e la Superbike. E proprio per riportare la Superbike sul circuito di Monza nel 2016, dove manca da due anni, abbiamo aperto un cantiere per raggiungere standard più elevati di sicurezza. E se termineremo alcune modifiche in tempo, la pista sarà agibile anche per il 2016». «Se guardiamo fuori dai confini nazionali - sottolinea Zaffelli -, siamo operativi a Donington, in Inghilterra, dove questo weekend si corre la Superbike, e in Norvegia. Qui stiamo pianificando il Ford Motor Park di 3,3 km, a fianco dell’aeroporto. E’ un circuito che non prevede la Formula Uno, ma solo cross, Superbike, campionati nazionali di velocità e guida sicura, moto d’acqua e aerei. Il cantiere dovrebbe vedere la luce nel 2016 e durare tre anni».

Ma in cosa consiste il lavoro dello Studio Dromo? «Innanzitutto - racconta Zaffelli - progettiamo autodromi, cercando di capire in quali punti accadranno gli incidenti. Anzi, cerchiamo di “farli succedere“ dove vogliamo noi, cosicché sapendo dove avverrà l’impatto, i medici si posizioneranno in quelle zone. Per fare questo utilizziamo un metodo scientifico, certificato dalla Dekra, che lo rende un sistema unico al mondo e che ci distingue dai nostri competitor. Oltre a questo aspetto legato al software, c’è anche una parte operativa che si innesca quando l’autodromo esiste già: in quel caso calcoliamo le necessità reali del percorso, dimensionando gli spazi di fuga. Il nostro compito è quello di mantenere alto il livello di sicurezza dell’impianto. Da quando siamo nati, abbiamo analizzato più di 30mila incidenti». 

«Per fare un esempio della nostra competenza - conclude il progettista -, pensiamo al circuito di Termas de Rio Hondo dove, grazie ai nostri progetti, le cadute in MotoGp sono dimezzate rispetto alla media. A fronte di 54 incidenti per gara di un autodromo medio, a Termas sono scese a 24, il numero più basso mai registrato in MotoGp. Inoltre, per il primo Gp che si è svolto a Sochi, in Russia, il direttivo della Formula Uno ci ha chiamato per correggere i calcoli sulla previsione degli incidenti. Per non parlare dei tanti complimenti ricevuti da campioni quali Capirossi, Marquez e Rossi. Insomma, siamo degli artigiani molto evoluti. E anche se non arriviamo a numeri da giganti come la Tilke (300 persone tra architetti e operai e un fatturato da 50 milioni all’anno, ndr), siamo sempre pronti a confrontarci».