Lady Squinzi: "Stiamo lavorando per voi reggiani"

"Investiamo sullo stadio di Reggio e la serie A è utile a tutti. Perché ci contestano? Sono pronta a incontrare i tifosi granata" di Ezio Fanticini

Giorgio Squinzi e la moglie alzano il trofeo Tim vinto nell'estate 2013 dal Sassuolo

Giorgio Squinzi e la moglie alzano il trofeo Tim vinto nell'estate 2013 dal Sassuolo

Reggio Emilia, 23 luglio 2014 - Dottoressa Adriana Spazzoli, i tifosi della Reggiana stanno preparando una contestazione in occasione del Trofeo Tim: andranno in curva sud con maglie e vessilli granata e intoneranno il coro: ‘Questo stadio non vi appartiene’. «Certo che lo stadio ci appartiene - afferma con la solita schiettezza la moglie di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e patron del Sassuolo, che ricopre il ruolo di direttore marketing della Mapei - E lo stiamo facendo appartenere sempre più alla città. Se questi tifosi non si sentono legati alla città di Reggio, il problema è loro, non nostro. Sono liberi di fare ciò che vogliono, punteremo le telecamere sulla curva, proprio perchè su questo argomento siamo tranquilli. Però non condivido questa presa di posizione. Gli appassionati di calcio devono avere uno spirito sportivo, non animosità». I tifosi lamentano di averle chiesto un incontro via mail e di non aver ricevuto risposta. «Non è nel mio stile e del resto non mi risulta. Difficile mi sia sfuggita, ma a quale indirizzo l’hanno mandata? Io rispondo a tutti, mi piace incontrare personalmente anche i tifosi. L’ho fatto con quelli del Sassuolo, qualche giorno fa a Bormio anche coi supporters del Torino che stavano facendo un po’ di confusione. Se non c’è animosità, sono disponibile a ricevere i tifosi della Reggiana quando vogliono. Magari regalo a tutti l’abbonamento... Mi farebbe piacere vederli, perchè avrei l’occasione di ribadire i punti fondamentali del nostro progetto». Ovvero? «La valorizzazione di uno stadio che è comunque un patrimonio della città e i benefici che il Sassuolo e la serie A stanno producendo per Reggio. Sullo stadio stiamo facendo massicci investimenti e lì ci gioca anche la Reggiana». I tifosi granata vi hanno chiesto di non aiutare più Barilli e di favorire il cambio di proprietà: senza successo, dicono. «Non possiamo e non vogliamo entrare nelle cose della Reggiana. Non sarebbe corretto. I rapporti sono ottimi, c’è collaborazione. Noi lavoriamo per mettere in condizione anche la Reggiana di stare al meglio. Lo stadio era in condizioni disastrose, stiamo sostenendo spese molto consistenti per interventi obbligatori. Qui i problemi sono datati, risalgono a ben prima della gestione Barilli». Manca un mese al Trofeo Tim, sarà tutto pronto? «Non ci sarà il tempo per completare tutto, neanche per l’inizio del campionato. Ci sono troppe cose da fare. Abbiamo stabilito delle priorità. Il cambio del campo, che sarà di erba sintetica e naturale. Poi l’impianto di riscaldamento dell’erba, per aumentarne la robustezza e consentire anche la doppia partita ravvicinata. Installeremo un mega schermo, il secondo le metteremo più avanti. I tetti vanno riqualificati, adesso non sono ispezionabili. E vanno controllate le condizioni del legno lamellare, in 20 anni nessuno l’ha mai fatto. Poi dovremo riqualificare gli accessi di sicurezza a tutti i piani, i gradoni, i servizi igienici, la portineria, la zona stampa, l’impianto fonico. La vasca che separa il campo dagli spalti dovrà avere acqua pulita, che potrà servire anche ad innaffiare il campo. Nessuno negli anni l’ha mai pulita, i pesci si sono evoluti e si è creato un mix di razze. Ci è stato imposto di portarli in zone di pesca del reggiano, non del modenese. Anche questo nel segno della reggianità...».  

Ezio Fanticini