Gibertini finisce di nuovo in cella Il suo compito: fare l’intermediario

I pm: la sua visibilità pubblica era il jolly dell’associazione mafiosa

NEI GUAI Marco Gibertini, 50 anni, mentre veniva portato via  dalla procura dopo l’interrogatorio per l’inchiesta Octopus, nella quale era già stato arrestato

NEI GUAI Marco Gibertini, 50 anni, mentre veniva portato via dalla procura dopo l’interrogatorio per l’inchiesta Octopus, nella quale era già stato arrestato

Reggio Emilia, 29 gennaio 2015 - DI NUOVO. Tra i nomi eccellenti finiti in manette nel blitz dei carabinieri della scorsa notte c’è anche quello di Marco Gibertini, il giornalista sportivo di 50 anni che ogni settimana entrava nelle case dei reggiani attraverso la tv. Con le sue Poke Balle e un sorriso bonario. Ma le carte raccontano altro.

Gibertini è accusato dalla direzione distrettuale antimafia di Bologna di concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Ora si trova dietro le sbarre di una cella del carcere di Parma, in completo isolamento. Non può parlare con nessuno, nemmeno con il suo difensore (Liborio Cataliotti), che lo vedrà soltanto al momento dell’interrogatorio di garanzia.

STANDO alle accuse avrebbe «concretamente contribuito, pur senza farne formalmente parte, al rafforzamento, alla conservazione ed alla realizzazione degli scopi dell’associazione mafiosa». In particolare «metteva a disposizione del sodalizio e in particolare di Antonio Silipo e Nicolino Sarcone, i suoi rapporti politici imprenditoriali e del mondo della stampa a tutti i livelli», si legge nell’ordinanza.

Nello specifico «intervenendo in un momento di particolare fibrillazione per l’associazione quando nell’autunno del 2012 era scoppiata una polemica in relazione a una cena avvenuta nella primavera precedente durante la quale Sarcone, Brescia, Paolini, Iaquinta e altri avevano incontrato il politico del Pdl Pagliani proprio in vista della realizzazione di una campagna pubblica di contrasto all’azione del Prefetto di Reggio a causa dell’adozione di numerose interdittive antimafia nei confronti di appartenenti all’associazione o a questi vicini e legati».

Non solo. Secondo il pm avrebbe «messo a disposizione del sodalizio, seguendo le indicazioni di Nicolino Sarcone, la trasmissione dal medesimo condotta sull’emittente Telereggio, nell’ottobre 2012 realizzando l’intervista a Gianluigi Sarcone». Nel capo di imputazione viene citata anche un’intervista rilasciata da Nicolino Sarcone al Carlino, intervista per la quale Gibertini avrebbe fatto da intermediario. Ma, come chiarito dal direttore Andrea Cangini (vedi box a fianco, ndr) l’intervista venne fatta d’iniziativa dal giornale nell’ambito di un’inchiesta giornalistica.

Marco Gibertini era un uomo libero, seppur indagato, da settembre. Dopo tre mesi di reclusione – uno dietro le sbarre, due ai domiciliari in una casa messa a disposizione per lui in pieno centro storico da un amico – era infatti finita la sua misura di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta Octopus, che a metà giugno del 2014 era piombata come come un terremoto nel tessuto della città: 41 denunce e 12 arresti per reati che spaziano dall’associazione a delinquere per frode fiscale al riciclaggio fino alla truffa ai danni dello Stato. Gibertini era stato liberato grazie alla sua collaborazione con gli inquirenti.

Ma ora è di nuovo  in carcere. Tra le personalità finite nei guai in entrambe le inchieste spiccano Antonio Silipo (già in carcere per altri reati), l’imprenditore Omar Costi (ora in carcere a Parma), Mirco Salsi (ex patron della Reggiana Gourmet, indagato in entrambe le immagini) così come il sessantenne Giuliano Debbi.