Mafia: «Un silenzio preoccupante come se l’indagine fosse passata»

La ex presidente Sonia Masini: «Sorpresa della solidarietà a Pagliani»

IMPEGNO  La ex presidente della Provincia Sonia Masini

IMPEGNO La ex presidente della Provincia Sonia Masini

Reggio Emilia, 27 febbraio 2015 - SONIA Masini, ex presidente della Provincai, l’Emilia ‘terra di mafia’, se lo aspettava?

«Sono molto sconcertata e avvilita da queste parole per l’amore che ho per Reggio. Ma sono anche abituata a prendere molto sul serio la magistratura. Sono parole molto forti che dovono far riflettere. Tutti dobbiamo riflettere su questo. I cittadini devono riflettere. Le amministrazioni locali, per capire come mai la politica viene così duramente chiamata in causa. Ma quello che invece sento è un preoccupante silenzio come se l’operazione fosse già passata».

Il sindaco Vecchi ha tirato in ballo l’economia. Rispetto alla politica quale dei due mondi pensa abbia più responsabilità del radicamento del fenomeno mafioso?

«L’uno e l’altro. Ma bisogna valutare le responsabilità individuale. Qualche imprenditore fa affari con il clan, non tutta l’economia; qualche esponente, non tutta la politica; qualche componente delle forze dell’ordine, non tutta la polizia o i carabinieri. Certo la politica dovrebbe dare l’esempio».

Anche lei all’inizio ha ammesso di non aver colto il problema. Perché c’è stata questa sottovalutazione?

«Quando ci sono stati i primi sintomi sono andata dall’allora procuratore Materia a chiedere come fosse realmente la situazione. Ci sono andata più volte e lui mi ha sempre rassicurato, dicendo che qui a Reggio non era un problema esteso. Quindi, o la situazione si è aggravata negli ultimi dieci anni, oppure c’è stata una sottovalutazione anche da parte degli organi dello Stato. Questo però non giustifica i comportamenti di alcuni amministratori».

Quando si è accorta che qualcosa non andava in città?

«Lo spartiacque è stato il secondo mandato da presidente della Provincia. Già alla fine del primo avevo avuto qualche sentore, ma – come ho detto – avevo ricevuto rassicurazioni al riguardo».

Giuseppe Pagliani è stato scarcerato ed è tornato in consiglio comunale. Cosa ne pensa?

«Non voglio più occuparmi di Pagliani, se ne sta già occupando la magistratura. Si ricordi, però, che il Riesame non decide sulla colpevolezza e lui resta indagato per reati gravissimi. Quello che mi è sembrato strano è stata l’accoglienza».

Cioè?

«Quella foto in cui il consigliere del Pd Salvatore Scarpino gli stringe la mano mi ha lasciata sorpresa. Come il messaggio di solidarietà del vicesindaco Matteo Sassi. Come mai Sassi ha espresso solidarietà a Pagliani e non ha pensato, per esempio, di esprimerla anche a me che sono stata vittima dei suoi attacchi e di quelli di personaggi arrestati per associazione mafiosa?».

Non ha ricevuto nessun messaggio da parte sua?

«No. E se come sindaco avessi un vice che si comporta in quel modo imprudente sarei molto imbarazzato».

Recentemente lei ha parlato del sindaco di Brescello Coffrini sulla vicenda Bacchi. Lui ha smentito di averle telefonato.

«Per la verità non ho mai detto che lui mi ha telefonato, come avete riportato voi correttamente. Tra noi non ci sono conversazioni telefoniche da tempo. Sostengo invece che corrisponde al vero, a differenza di quanto ha detto lui, che era legale del comune di Novellara, che a revocare l’appalto alla Bacchi è stata la mia azione come presidente del collegio di vigilanza. La prefettura con l’interdittiva ha detto che Bacchi non poteva lavorare, ma non ha revocato nessun appalto. Negare il ruolo che io ho avuto in quella vicenda – e che è agli atti – è un’altra dimostrazione di quel clima che si vuole alimentare a Reggio di discredito delle persone che combattono la mafia».