Battaglia sul marchio Marabù. "Diffidiamo Perseduer e Bonvi"

Lo storico gestore Bonacini: "I dj non possono usarlo per fare feste"

Uno degli scatti storici delle notti al Marabù

Uno degli scatti storici delle notti al Marabù

Reggio Emilia, 29 aprile 2016 - "Vogliamo che venga rappresentata l’anima e la storia del Marabù. E siamo pronti ad agire per vie legali contro chi vuole approfittare dell’immagine dell’ex discoteca solamente per far soldi». E’ duro lo sfogo di Lauro Bonacini, 52 anni, tanti dei quali passati, come amico e collaboratore, a fianco di Sandro Gasparini, storico cofondatore della discoteca (scomparso a 82 anni lo scorso marzo) che, negli anni Ottanta-Novanta, ha fatto ballare tutta Europa. Bonacini ha costituito l’associazione culturale ‘Sandro Gasparini’ (di cui fa parte anche il figlio Andrea) e fatto registrare il marchio del Marabù lo scorso agosto, appena trascorsa la prima celebrazione ufficiale, avvenuta a giugno 2015 al Parco Aquatico.

Perché è proprio in quell’occasione che si è consumato il rifiuto a partecipare di Enzo Ferrarini (in arte Persueder) e Fabrizio Bonvicini (Bonvi), due degli storici dj che hanno animato le notti del Marabù.

«Persueder e Bonvi, qualche anno fa, utilizzarono il nome del Marabù per qualche festicciola a scopi commerciali – racconta Bonacini –. Poi l’anno scorso, a me e agli altri dell’associazione, è venuta in mente l’idea di far rivivere il ricordo del Marabù concentrato in un’unica serata. Ci siamo detti: vogliamo che Reggio conosca la vera storia del locale, quella che è stata la sua anima. Ecco come è nata ‘Celebration’. Abbiamo chiamato tutti quelli hanno fatto parte di quello stupendo viaggio. Oltre ai fondatori della discoteca, sono stati invitati tutti gli ex dipendenti (anche i parcheggiatori), i vari dj e i vecchi frequentatori di quell’epoca d’oro. Perché crediamo che tutti loro, assieme ai numerosi cantanti e personaggi famosi che sono passati di lì e alle tante manifestazioni che sono state organizzate, abbiano contribuito a far nascere il mito del Marabù. Ebbene, Persueder ha snobbato l’evento perché c’erano altri dj a lui non graditi. Salvo poi, a un mese di distanza, denigrare e offendere gli organizzatori e la celebrazione, solo perché aveva avuto un grande successo. Bonvi, invece, ha detto di no all’ultimo minuto perché aveva la pretesa di essere lui la prima donna della festa, volendo scavalcare i suoi ex colleghi».

MA NON è finita qui. Nel momento in cui Bonacini sta per dare vita alla seconda celebrazione ufficiale del Marabù (si svolgerà a Villa Levi il 10 giugno e sarà un evento, come il primo anno, a scopo culturale e benefico), ha avuto una brutta sorpresa. «Ho scoperto che Persueder e Bonvi stanno organizzando una serata all’Aquatico associandola al nome del Marabù – attacca Bonacini –. Perché hanno capito l’enorme successo del mega-evento dell’anno scorso e ora se ne vogliono approfittare a scopo di lucro. Non vogliamo fare polemica, ma a loro non interessa nulla la memoria dell’ex discoteca, vogliono solo fare soldi. Per questo noi ci siamo tutelati e abbiamo registrato il marchio. Abbiamo già mandato una lettera di avvertimento ai proprietari del locale per non far affiancare la festa al nome del Marabù, perché altrimenti ci rivolgeremo ad avvocati. Sulla storia e sui valori del Marabù non si scherza. E noi siamo pronti a dare battaglia».