"Minacce mafiose a Vecchi": nei guai Pasquale Brescia e il suo avvocato

Nuovo troncone del processo Aemilia, avviso di chiusura indagini per altri reati e 23 indagati

Il sindaco Luca Vecchi e l'imputato Pasquale Brescia

Il sindaco Luca Vecchi e l'imputato Pasquale Brescia

Reggio Emilia, 22 luglio 2016 - «Minacce aggravate dal metodo mafioso». Così la procura antimafia di Bologna ha definito il contenuto della lettera indirizzata al sindaco Luca Vecchi da Pasquale Brescia, il 1° febbraio scorso. Una missiva spedita dal carcere di Bologna in cui l’imprenditore cutrese era detenuto da gennaio 2015.

Sul registro degli indagati, in concorso fra loro – con l’accusa di minacce aggravate da metodo mafioso – sono finiti sia Pasquale Brescia sia Luigi Antonio Comberiati, crotonese di 31 anni, suo avvocato difensore, che aveva consegnato materialmente la busta nella redazione del Carlino Reggio.

È stato notificato nel pomeriggio di ieri – dai pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi – un nuovo avviso di chiusura indagini preliminari, che sostanzialmente segna un nuovo troncone del processo Aemilia.

Sono 23 i nuovi indagati accusati – a vario titolo e in concorso tra loro – di trasferimento fraudolento di beni, minaccia, distrazione di beni sequestrati, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, detenzione illegale di munizioni da guerra, rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, estorsione e false fatture; tutti reati aggravati dal metodo mafioso.

I REATI. In particolare, Giuseppe ‘Pino’ Giglio (primo pentito del processo, già condannato in abbreviato a 12 anni e 6 mesi), Antonio Giglio (crotonese di 38 anni), Francesco Giglio (cutrese di 69 anni), Giovanna Giglio (crotonese di 23 anni), Gaetana Crugliano (crotonese di 68 anni), Donato Agostino Clausi (42 anni, già detenuto in carcere e condannato in abbreviato a 10 anni e 4 mesi), sono accusati in concorso tra loro di trasferimento fraudolento di beni per eludere le misure di prevenzione patrimoniale; stessa accusa anche per Sergio Lonetti (nato nel Catanzarese, ma residente a Guastalla, 37 anni), Mario Mazzotti (ravennate residente a Reggio di 67 anni), Giulio Giglio (crotonese residente a Montecchio, di 42 anni), Palmo Vertinelli (classe 1961, detenuto nel carcere di Bologna), Giuseppe Vertinelli (54 anni, già in carcere a Bologna) e Daniele Bonaccio (25enne di Montecchio).

Minaccia aggravata dal metodo mafioso nei confronti del sindaco Vecchi, l’accusa rivolta a Pasquale Brescia e all’avvocato Luigi Antonio Comberiati.

Accusati di aver fatto fruttare beni sequestrati, Antonio Vertinelli (31enne agli arresti domiciliari a Montecchio, figlio di Giuseppe Vertinelli), Antonio Vertinelli (26 anni, figlio di Palmo, 55 anni), Giuseppe Vertinelli (30 anni, figlio di Palmo) e Giovanna Schettini (crotonese residente a Montecchio di 49 anni). Giulio Giglio è inoltre accusato di minaccia a pubblico ufficiale nei confronti del personale di polizia penitenziaria.

Spunta poi il nome del poliziotto Domenico Mesiano ex autista del questore Domenico Savi (già condannato in abbreviato a 8 anni e 6 mesi), accusato di detenzione illegale di munizioni da guerra; di nuovo Pasquale Brescia e Alessandro Lupezza (maresciallo dei carabinieri, giudicato separatamente) indagati per rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

Estorsione, l’accusa rivolta a Pierino Vetere (cutrese residente a Castelvetro Piacentino, 45 anni), Pasquale Vetere (50 anni) e Francesco Lerose (40 anni), accusati anche di false fatture. Gli indagati ora avranno venti giorni per presentare memorie difensive, poi la procura potrebbe depositare le richieste di rinvio a giudizio.