«Ennio, una vita fra il lavoro al frantoio e la sua famiglia»

L’operaio è morto stritolato nell’impianto della ditta Turchi. Parla il fratello Mino in lacrime: «Quanti sacrifici fatti» FOTO La tragedia

Ennio Morciano, 42 anni, morto stritolato da un impianto giovedì sera (foto Alessandra Codeluppi)

Ennio Morciano, 42 anni, morto stritolato da un impianto giovedì sera (foto Alessandra Codeluppi)

Reggio Emilia, 28 febbraio 2015 - «Ennio era sempre al frantoio. Oppure a casa. Era questa la sua vita: il frantoio e la famiglia». Un enorme dolore è piombato nella famiglia Morciano: i parenti, stretti nel salotto della casa di via Gattalupa 8/1, dove Ennio abitava con la moglie Raffaella Fiore e i tre figli maschi - uno di tredici anni e due gemelli di dieci - non riescono a trovare spiegazioni.

«Siamo sconvolti, ancora non ci capacitiamo di ciò che è accaduto e di come possa essere successo (FOTO)». Mino è uno dei fratelli che il 42enne ha lasciato. Oltre a lui, ci sono Rosalba e Sonia, che è la gemella di Ennio. Poi gli anziani genitori, Rocco e Teresa. La famiglia è originaria di Supersano, paese in provincia di Lecce.

Con le lacrime agli occhi, Mino cerca di farsi forza per ricordarlo. «Ennio abitava qui nella provincia di Reggio da tanto tempo - racconta Mino -. Si era trasferito sedici anni fa». Sposato dal 2001, aveva abitato per un periodo a Rubiera e poi, da circa tre anni, si era spostato nel quartiere di San Maurizio.

«Qui si era costruito la sua famiglia. Lui era così: viveva per loro e per il lavoro. Aveva fatto tanti sacrifici per riuscire a comprarsi la casa: per lui era stata una conquista molto importante. Ai suoi cari non faceva mancare nulla».

Tante foto immortalano quella famiglia così unita: abbracci e sorrisi tutti insieme, moglie e figli. Poi la tragedia improvvisa, al frantoio.

La famiglia non sa spiegarsi come mai, nonostante l’esperienza decennale maturata nel lavoro per la ditta Turchi, possa essere rimasto vittima dell’infortunio. La sua bravura sul lavoro, decantata dai colleghi, sembra cozzare contro l’ipotesi di una manovra sbagliata.

Le risposte saranno affidate all’esito dei rilievi fatti dalla Medicina del lavoro dell’Ausl di Modena: «Ancora non sappiamo nulla. Ma Ennio conosceva benissimo il frantoio di Marzaglia. Sembrava fosse il suo giocattolo - prosegue il fratello -. Sapeva a memoria tutti i dettagli di quegli impianti. Quando non era a casa, lo trovavi al frantoio. E ora il frantoio se lo è portato via».