Inchiesta Aemilia, altri tre arresti per 'ndrangheta

Supplemento investigativo, ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita nei confronti di Michele Bolognino e degli imprenditori modenesi Palmo e Giuseppe Vertinelli. Sequestrati beni per 35 milioni

Carabinieri (Foto di repertorio)

Carabinieri (Foto di repertorio)

Bologna, 3 settembre 2015 - I carabinieri hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere chieste dalla Dda di Bologna e disposte dal Gip Alberto Ziroldi nell'ambito dell'inchiesta Aemilia. Colpiti dal provvedimento i fratelli imprenditori modenesi Palmo e Giuseppe Vertinelli e Michele Bolognino, ritenuto uno dei capi dell'organizzazione di 'ndrangheta. L'operazione, condotta nelle province di Reggio Emilia, Parma, Aosta, Bologna e Crotone, ha portato al sequestro di 16 società di capitali, 9 beni immobili, 16 autoveicoli e 21 tra rapporti bancari e finanziari per un valore complessivo di 35 milioni di euro.

Sequestri anche nella riviera romagnola: le Fiamme gialle hanno messo i sigilli a due società, 'Cu.gi.ra Sas' e 'Magu Srl', che gestivano bar e pasticcerie nel centro di Riccione. È stata accertata la riconducibilità delle società ai fratelli Michele e Francesco Bolognino.

Si tratta degli esiti di un supplemento investigativo sul versante patrimoniale, scattato dopo i 117 arresti di gennaio. L'operazione è stata eseguita stamattina da oltre 100 carabinieri del comando provinciale di Modena e del raggruppamento operativo speciale, supportati dal comando provinciale di Reggio Emilia. Le accuse sono associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, impiego di denaro e proventi illeciti, riciclaggio ed altri reati aggravati dalla finalità mafiosa.

Le indagini sono state coordinate dai sostituti procuratori Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, sviluppate in prosecuzione dell'indagine 'Aemilia' che aveva già consentito di individuare e disarticolare l'organizzazione criminale di stampo 'ndranghetista con epicentro a Reggio Emilia, collegata alla cosca Grande Aracri di Cutro, in provincia di Crotone. Già a quel tempo era stata evidenziata la capacità della cosca di infiltrarsi in vari settori dell'economia locale: il 28 gennaio scorso l'operazione aveva portato all'arresto di 117 persone su 224 indagati.