Neonata morta dopo cinque giorni dalla nascita, parte la denuncia

Dopo 5 anni di causa civile, la famiglia della piccola Giulia Albertini ha deciso per quella penale

Una neonata in culla (imagoeconomica)

Una neonata in culla (imagoeconomica)

Reggio Emilia, 31 luglio 2015 - È morta dopo cinque giorni dalla nascita. A cinque anni di distanza dalla tragedia i genitori della piccola Giulia Albertini hanno deciso di presentare una denuncia querela in procura nei confronti dei medici del reparto di ostetricia e ginecologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. L’accusa è di lesioni gravissime e omicidio colposo. La morte di Giulia, secondo quanto riportano i legali della famiglia Giuseppe Pagliani e Gianluca Dallari in una nota, sarebbe stata causata da «gravi errori e omissioni diagnostiche».

«Tre medici specialisti – specificano gli avvocati in un nota – incaricati dal nostro studio legale hanno valutato il comportamento dei sanitari dell’Arcispedale e, concordemente, sono giunti alla conclusione che la morte della piccola Giulia si sarebbe potuta evitare se i medici che hanno avuto in cura la madre, non avessero errato l’inquadramento diagnostico dei sintomi molto comuni di appendicite riportati dalla paziente e fossero intervenuti tempestivamente evitando così che l’appendicite si trasformasse nella peritonite purulenta che ha irreversibilmente condizionato l’evoluzione della vicenda clinica portando al parto pretermine e alla morte di Giulia dopo soli 5 giorni di vita. Quanto accaduto ha anche posto in serio pericolo la salute della mamma e ha segnato profondamente la vita di tutte le persone della famiglia Albertini».

È stata avviata una causa civile che, però, non ha portato a un accordo sulla quota del risarcimento. «La totale chiusura nelle trattative dimostrata dell’Arcispedale, che ha tenuto un atteggiamento ben poco dialogante – spiegano i lagali – ha obbligato la famiglia ed i difensori a depositare, al limite del termine di prescrizione, la denuncia querela per lesioni». Da parte sua, l’Arcispedale replica alle accuse: «L’azienda ospedaliera si era, a suo tempo, prontamente attivata con una approfondita istruttoria che non aveva evidenziato profili di responsabilità. Attendiamo con fiducia le valutazioni della magistratura».