Delitto in Francia, Fabio riconosciuto dalla sua ex. Si indaga su un regolamento di conti

La Francia sotto accusa per il silenzio di una settimana FOTO

Fabio Bassoli

Fabio Bassoli

Reggio Emilia, 12 ottobre 2015 - SI INFITTISCE il mistero, sull’omicidio del giovane cuoco originario di Rolo (FOTO), trovato morto sabato 3 ottobre in un boschetto delle montagne francesi, dove viveva da circa dieci anni.

Fabio Bassoli, 30 anni, nativo di Carpi, secondo gli inquirenti d’Oltralpe sarebbe stato ucciso con violenti colpi alla testa. Il corpo dell’uomo è stato trovato nove giorni fa da un passante, che correva lungo un sentiero a una quindicina di chilometri da Aubenas, nella Francia meridionale. Precisamente a Pont de Labeaume.

La notizia della morte è arrivata alla famiglia soltanto tramite alcuni post di amici francesi su Facebook. La conferma ufficiale che si è trattato di una morte violenta solo dopo otto giorni dal delitto. Ciò che ha lasciato più perplesse le autorità italiane, infatti, è il silenzio da parte degli inquirenti francesi. Riserbo che però potrebbe essere legato alla delicatezza della fase investigativa.

Ora la polizia francese sta scavando nelle frequentazioni dell’uomo, per capire che cosa possa esserci alla base del crimine. Il cadavere del giovane chef – che nei giorni scorsi è stato riconosciuto da una sua ex fidanzata francese – è stato trovato in un boschetto; lì gli uomini della gendarmeria hanno fatto i primi rilievi e avviato indagini. Al momento non risulterebbero testimoni dell’episodio.

DOPO il sopralluogo nell’appartamento in cui viveva la vittima, secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Dauphiné Libéré, «sarebbero state sequestrate numerose piante di marijuana. Ancora da chiarire, però, se possano avere avuto un ruolo nel delitto». Secondo fonti investigative transalpine, riportate anche nelle colonne dello stesso quotidiano, il furgone utilizzato dal ragazzo per la sua attività di ristoratore ambulante, sarebbe stato trovato di fianco all’abitazione, però privo di pneumatici e in stato di apparente abbandono da qualche tempo.

La notizia sul quotidiano francese

Al lavoro anche gli esperti della sicurezza distaccati all’ambasciata italiana a Parigi, i funzionari dello Scip (Servizio per la cooperazione internazionale).

La dinamica del fatto e la violenza usata sul corpo non sarebbero riconducibili a un delitto casuale (ad esempio una rapina finita in tragedia). Fabio potrebbe essere invece finito in un brutto giro, sfociato in un brutale regolamento di conti. O magari potrebbe aver visto o saputo qualcosa che non doveva.

Anche per questo le autorità francesi hanno fin dall’inizio privilegiato la «pista criminale». Secondo informazioni diffuse dalla tv locale France Bleu già mercoledì, citando fonti di polizia, le «tracce di violenza» rilevate sul corpo non lasciavano «alcun dubbio» sul fatto che si trattasse di un omicidio. La certezza era giunta ancora prima dell’identificazione della vittima, di cui in quel momento si sapeva solo che aveva «un’età apparente intorno alla trentina» e che non era originario di Pont de Labeaume, la località in cui il corpo era stato ritrovato. Il ragazzo, infatti, è stato trovato senza documenti. L’origine criminale della morte è stata ufficialmente confermata, secondo quanto rivelava il giorno dopo sempre Le Dauphiné Libéré, dall’autopsia sul cadavere, effettuata a Nimes.