Scrive "omofobo di m..." sul web, condannato membro dell’Anpi

Il commento era stato pubblicato su Youtube. La persona offesa è l’ex sindaco di Sulmona

L’ex sindaco di Sulmona, Fabio Federico, la persona offesa

L’ex sindaco di Sulmona, Fabio Federico, la persona offesa

Reggio Emilia, 24 febbraio 2016 – Non fa più il sindaco, ormai. Anzi. Dice che di politica non ne vuole sapere, dopo tutto quello che è successo; dopo che pesantissimi insulti «gratuiti e frutto di un equivoco» sono arrivati a lui e, ancor peggio, «alla mia famiglia, alle mie figlie, che all’epoca erano molto piccole».

Ma l’ex primo cittadino di Sulmona, Fabio Federico, medico chirurgo oggi 60enne, ieri era in aula per assistere al processo che ha visto imputato per diffamazione a mezzo stampa Mattia Tommaso Rontevroli, 38 anni, residente a Carpineti e membro dell’Anpi di Felina (difeso dall’avvocato Vainer Burani).

E la sentenza del giudice Cristina Beretti è arrivata subito, al termine della prima udienza: condanna a sei mesi di reclusione per Rontevroli, per aver scritto, il 29 giugno del 2011: «Omofobo di m... !! Anche chi è omofobo si deve fare curare, pirla!».

Il commento era stato postato sotto a un discusso video di youtube, in cui l’ex esponente An-Pdl abruzzese pronunciava e ripeteva più volte, in loop, che l’omosessualità è «un’aberrazione genetica», che andrebbe «curata» perché va «contro natura». Ma quel video – ha spiegato Federico ieri in aula in qualità di parte offesa – sarebbe stato soltanto una stortura, una manipolazione, frutto di un «taglia e cuci» teso a «farmi pronunciare frasi che non ho mai detto».

L’intervista originale era stata rilasciata dal medico a una tv locale nel 2006, quando era un consigliere comunale di Alleanza Nazionale a Sulmona. Ma il caso scoppia nel 2011. Federico è sindaco della cittadina in provincia dell’Aquila (lo sarà dal 2008 al 2013) e un nuovo video con le sue dichiarazioni viene postato su youtube.

«Ne scoppia un caso nazionale, che sale alla ribalta anche dei telegiornali Rai; Arcigay insorge, organizzando lì una manifestazione – spiega l’ex sindaco –. Mi arrivarono insulti da tutta Italia, offese pesantissime nei miei confronti e alla mia famiglia». Ma lui non ci sta. «Tutto è partito da una dichiarazione artefatta – dice –. Un video smontato e rimontato ad arte per farmi dire cose che non ho mai detto. L’opinione che esprimevo nel video integrale, da medico, è che la scienza riconosce vari tipi di omosessualità: tra questi una è frutto di un’alterazione cromosomica, poi ci sono gli squilibri ormonali, infine la libera scelta che ognuno ha diritto di fare. E io non sono nessuno per giudicare».

Ripete più volte, «non sono un omofobo; mi piacciono le donne, certo, ma non ho nulla contro i gay, anzi ho tanti amici gay; quindi anche solo essere tacciato di omofobia per me è una diffamazione».

I commenti sotto quel video arrivarono copiosi. E per ognuno di quelli, ritenuto offensivo, Federico – rappresentato dall’avvocato Guido Colaiacovo del foro di Sulmona – ha fatto partire una querela individuale; una trentina in tutto (alcune sono state archiviate dal pm). Una di queste, però, è arrivata all’utente ‘8matti’, dietro cui si celava l’identità del reggiano Pontevroli, ieri condannato a sei mesi di reclusione.

«Non mi fermo – ha commentato Federico –. Perché farlo vorrebbe dire ammettere di aver detto quelle cose o di pensarle, invece io combatto. Anche l’artefice del video fasullo è stato individuato e ora è a processo. Sto girando l’Italia, faccio chilometri per poter avere la possibilità di spiegare la verità. E questo di certo non giova alla mia professione. Ma è quello che devo fare».