Stupro alle Caprette, le donne spaventate: "Al parco mai da sole"

Le testimonianze: "Di giorno, in certe ore, non c’è nessuno"

Reggio Emilia, Parco delle Caprette (Foto Artioli)

Reggio Emilia, Parco delle Caprette (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 20 luglio 2015 - Stupore e preoccupazione. E’ la reazione di chi passeggia alle Caprette. Ci incamminiamo sullo stesso percorso dove, due giorni fa, una ragazza trevigiana di 24 anni è stata violentata nella zona della vasca di Corbelli. Proprio all’una la strada è incandescente e deserta, non troviamo nessuno per centinaia di metri. Una circostanza favorevole per chi vuole agire indisturbato, con la vegetazione che fiancheggia il fiume a due passi dalla strada.

Passeggiatori e podisti si trovano soprattutto all’altro capo del tracciato, quello più vicino alla città e al recinto che dà il nome all’area verde. Qui c’è il continuo via vai di gente e tanti ragazzi che prendono il sole sul prato. Marika e Marcello si stanno riposando sulla panchina vicino alla fontanella, nei pressi del bar, mentre il pitbull Iago di sette mesi scorrazza intorno a loro. Marika reagisce visibilmente sorpresa alla notizia della violenza denunciata dalla turista: «Non me l’aspettavo proprio qui nel parco. Io comunque non esco da sola di sera se non con il cane. Ma mia figlia di 14 anni deve tassativamente tornare a casa entro le sei di sera». Il marito Marcello conferma: «Non lascio uscire sola mia moglie senza Iago, l’ho preso soprattutto per questo. Questa estate, mentre ero in vacanza in toscana a Marina di Bibbona, frequentavamo una pinetina dove c’erano, ad ogni ora, ragazzi di quindici e sedici anni anche di notte. Io ero molto più preoccupato di loro, forse perché abituato a Reggio dove all’una di notte non puoi sentirti al sicuro».

Tornando verso la città incontriamo le scozzesi Morven e Shona Leenhouts che passeggiano in direzione Rivalta. Morven abita da un anno a Reggio e lavora come designer da Marina Burani: «Non mi sento particolarmente in pericolo, però è vero che anche di giorno, in certe ore, non c’è davvero nessuno e può essere pericoloso visto che qui di fianco c’è già il bosco». La sorella Shona, in visita a Reggio, racconta che a Glasgow c’è più sicurezza.

All’ombra dei pioppi sul crostolo passeggiano anche Stefano Bernardini e Olga Gaidarji insieme al figlio sul passeggino. Stefano racconta: «Personalmente non sono preoccupato, ma mia moglie non la mando da sola». Gli fa eco la moglie Olga: «Se non sono accompagnata non mi azzardo ad uscire. Anche quando studiavo all’università non venivamo mai alle Caprette se eravamo solo ragazze, ma sempre accompagnati da un uomo per sicurezza».