Festareggio, Delrio va allo stand dei partigiani

Polemica Pd-Anpi. Il ministro: "Partigiani, siete un patrimonio". E Renzi invita il presidente nazionale dedll'Anpi a un dibattito: "A Reggio o a Bologna"

Il ministro Graziano Delrio nello stand dell’Anpi col presidente Ermete Fiaccadori e il segretario provinciale  del Pd Andrea Costa

Il ministro Graziano Delrio nello stand dell’Anpi col presidente Ermete Fiaccadori e il segretario provinciale del Pd Andrea Costa

Reggio Emilia, 22 agosto 2016 -  E’ STATA la Festa dell’abbraccio. Dopo mesi di tensioni tra Anpi e Pd, il ministro Graziano Delrio entra a Festeggio e tra saluti, abbracci e frasi in dialetto, devia il suo percorso e va a salutare i partigiani reggiani. Con il loro stand sono all’ingresso della festa, un presidio anche per il No al referendum. C’è voglia nel Pd di chiudere una polemica con l’Anpi, particolarmente forte a Reggio dove la decisione di far partecipare i partigiani alla festa, nonostante le divisioni sul referendum, era già stata presa due mesi fa.

Allo stand dell’Anpi si notano gli sguardi sorpresi, poi sorridenti mentre l’ex sindaco li va a salutare. «Dobbiamo fare polemiche?», scherza Ermete Fiaccadori, presidente dell’Anpi di Reggio. «Qui fate fatica a fare polemica», replica pronto il segretario provinciale Pd, Andrea Costa. «L’ho detto che siete un patrimonio di tutti», sorride il ministro. Po c’è l’abbraccio e la foto di gruppo davanti allo striscione Anpi.

Se in altre città la tensione tra Anpi e Pd investe le feste, Reggio sembra un altro mondo. Di fronte, a poco metri, c’è anche lo stand del partito, quello del Sì. Ma per l’Anpi non ci sono problemi. «Noi siamo partigiani e figli di partigiani - dice Anna Ferrari, presente allo stand - Era giusto venire qui, esserci in modo corretto e nel rispetto delle opinioni».

La scelta di Festareggio di ospitare lo stand dell’Anpi (che si è schierato per il no al referendum) è valutata positivamente da Pierluigi Bersani: «Riguardo al rapporto con l’Anpi - e alla presenza delle ragioni del No - Festareggio ha fatto le cose nel modo più semplice e giusto: è così difficile capirlo?».

In giornata aveva cercato di smorzare i toni della polemica il premier Matteo Renzi invitando il presidente nazionale dell’Anpi a un dibattito: «Sabato o domenica prossima, decidano dove vogliono loro: a Reggio Emilia o a Bologna». Mentre il segretario provinciale del Pd, Andrea Costa, aveva replicato a un articolo di Michele Serra che reclamava dibattiti alle feste: «A Reggio Emilia l’Anpi, anche quest’anno, è con il suo stand a Festareggio. Lo avevamo previsto e deliberato già a luglio. Siamo quel Pd che pensa che l’incontro tra idee sia un valore e non un problema. Non vendiamo mica detersivi».

Sull’onda dell’incontro con i partigiani reggiani, Delrio apre anche il suo intervento alla Festa parlando del referendum e la polemica con l’Anpi, rispondendo al giornalista Davide Nitrosi (capo della redazione economico-politica del Quotidiano Nazionale). «Credo che l’ Anpi debba sentirsi a casa sua nelle feste del Pd. La Resistenza è patrimonio di tutto il paese, come la Costituzione. Che è nata grazie alla Resistenza. Io non vorrei mai fare polemiche con i partigiani, poi ci saranno posizioni divergenti, come è giusto che sia. Ma è giusto dare ampio spazio anche a chi la pensa diversamente da noi. Non dobbiamo avere paura di confrontarci, le ragioni del Sì sono molto forti ed è una riforma che non fa correre nessun pericolo democratico a questo paese. Con l’Anpi dobbiamo stare molto sereni e far capire a tutti il debito che abbiamo con la Resistenza e i partigiani».

L’Anpi è presente alla festa, ma non può fare volantinaggio a favore del No al referendum. «Beh, non possono fare propaganda in una festa del partito contro le posizioni del partito. Ma questo non significa che non possono difendere le loro posizioni».

L’ex sindaco di Reggio rivendica la sua posizione a favore del referendum: «Sono molto convinto del Sì. Sono stupito da chi dice di votare no per mandare a casa Renzi. La Costituzione è troppo bella per essere trascinata nella polemica dei partiti». C’è spazio nel dibattito, tra economia e tasse, di parlare anche di Reggio. «La ricetta di Reggio», la chiama Delrio, come un modello per lo sviluppo. La cooperazione, su tutto. «E poi ci vuole la voglia di fare e di riscattarsi, non dipende tutto dal governo». E gli appalti? «Avete presente che per fare un’opera in Italia superiore ai 50 milioni ci vogliono 12 anni? Perché le procedure non sono state concepite per fare le opere per voi. Quando il sindaco Vecchi mi è venuto a chiedere i soldi per la tangenziale lui pensava a voi in fila, credetemi, è così. Mentre quelli che hanno fatto la legge obiettivo non pensavano a voi. Perché se un’opera che doveva costare un miliardo alla fine ne costa cinque e la metà della gente va in galera, non pensava a voi».