Smuraglia attacca Renzi: "Il referendum? Un imbroglio"

Il presidente dell’Anpi ieri ospite della Cgil al Pigal

Il presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia, ieri a Reggio

Il presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia, ieri a Reggio

Reggio Emilia, 26 ottobre 2016 - "Il quesito ti chiede: vuoi essere un cittadino o un suddito? Questo referendum è un grosso imbroglio». L’attacco a Renzi e al referendum costituzionale arriva da Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi, ospite ieri pomeriggio al circolo Pigal per l’attivo dei delegati e attivisti Cgil sulla consultazione popolare del 4 dicembre «Vota no/stay on (stai sveglio, ndr)». Non si placa dunque la polemica tra il premier e l’associazione dei partigiani, che già si era scatenata in estate. Anche a Reggio il primo ministro era stato contestato durante la festa dell’Unità. Alla tavola rotonda hanno introdotto i lavori Guido Mora, segretario Cgil Reggio, ed Ermete Fiaccadori, presidente Anpi provinciale. La discussione, oltre a Smuraglia, è stata animata dal costituzionalista Massimo Villone, dal professore di Scienze politiche Patrizio Tonello e dal segretario Cgil Emilia Romagna Vincenzo Colla. A moderare il dibattito Silvia Truzzi, giornalista de «Il Fatto Quotidiano» e autrice, insieme al direttore Marco Travaglio, del libro «Perchè no».

«Renzi aveva proclamato che avremmo risparmiato 500 milioni - si chiede ancora Smuraglia -? Questo è un altro imbroglio, perché la cifra reale si attesta sui 60 milioni. Numeri risibili per uno Stato. La realtà è che la riforma mira a indebolire le istituzioni come chiede J.P. Morgan e a rendere il Senato inoffensivo e pieno di contraddizioni. Se vince il no, Renzi deve dimettersi? Lo deciderà il parlamento con la fiducia». Ancora più duro è l’intervento del segretario Colla, applaudito a lungo come il presidente nazionale dell’Anpi: «Con la combinazione referendum e Italicum si rischia che il premier abbia tutto il potere in mano. E un uomo solo al comando l’abbiamo già visto in passato. Potrebbe avere la maggioranza assoluta un partito col 20% dei voti. E a rimetterci saranno i più deboli. Renzi dice che i pensionati sono orientati al no perché non hanno capito la riforma? L’hanno capita bene invece...».