Reggio Emilia, punto nascite del Sant'Anna, Delmonte contro la Regione

La denuncia del consigliere: già da tempo decisa la chiusura, mentre arrivano investimenti sugli altri reparti

Il consigliere regionale Gabriele Delmonte (Lega)

Il consigliere regionale Gabriele Delmonte (Lega)

Castelnovo Monti (Reggio Emilia), 25 marzo 2017 - Non c’è ombra di dubbio, il futuro del punto nascite del Sant’Anna pare ormai segnato. La decisione sembra essere già stata presa da mesi. E la chiusura ufficiale sembra essere stata procrastinata solo a causa dell’‘insurrezione popolare’ a favore del reparto, scatenata dal comitato “Salviamo Le Cicogne”, che, con un assiduo lavoro d’informazione e sensibilizzazione, ha risvegliato le coscienze e tenuto costantemente il problema sotto i riflettori. Anche il viaggio in Regione, il 7 febbraio scorso, per consegnare le 11.000 firme e la lettera di richiesta deroga, alla presenza di tre sindaci dell’Unione, Bini, Volpi e Costi, e l’incontro, in separata sede, di una piccola delegazione con l’assessore Venturi, il presidente Bonaccini e il sottosegretario Rossi, sembrano essere stati solo un grande bluff. La commissione tecnica, continuamente menzionata dagli amministratori regionali, non starebbe più lavorando per deliberare sulla sicurezza dei reparti a rischio, poiché sciolta il 20 gennaio scorso, dopo essersi riunita un’ultima volta qualche giorno prima, il 17. Proprio in quella data sarebbe stata segnata la sorte del punto nascite non solo di Castelnovo, ma anche di Borgo Val di Taro e Pavullo.

Lo denuncia il consigliere regionale Gabriele Delmonte (Lega), dopo aver depositato in Regione una richiesta d’atti per avere “tutti i verbali della famosa commissione ‘Percorso Nascita’, che doveva decidere sul futuro dei punti nascita del territorio regionale”. “Da mesi ci sentiamo dire che senza un giudizio della commissione tecnica la politica non si sarebbe mai sbilanciata – precisa Delmonte –, oggi scopro che il parere esiste già. Il mandato della commissione è scaduto il 20 gennaio scorso (come da delibera di giunta regionale 1957/2015), e non è stata rinnovata né, tanto meno, prorogata. Morale della favola: la commissione non c’è. Tre giorni prima, però, si è riunita per approvare la proposta di ridefinizione della rete, e ha espresso il suo parere in modo inequivocabile: il punto nascite di Castelnovo va chiuso”.

Tra i punti nascite sotto i 500 parti, si ‘salverebbero’ soltanto Mirandola e Cento, in quanto colpiti dal sisma. “Nei documenti vengono addirittura evidenziati i punti nascite alternativi per chi partorirà nel distretto dopo la chiusura di quello del Sant’Anna – prosegue il consigliere –. Una vergogna. Siamo stati presi in giro. Tutto fatto in sordina e di nascosto per mettere la gente davanti al fatto compiuto. Non è così che si amministra una Regione”. 

Immediata la risposta della Regione che smentisce quanto affermato da Delmonte. “La commissione tecnico-consultiva sul percorso nascita è stata rinnovata – afferma Venturi –, non ha affatto terminato il percorso valutativo, così come altrettanto dovrà fare la giunta. Quando la politica avrà terminato le proprie valutazioni, ne daremo ampiamente notizia, come è costume di questa Regione, nel pieno rispetto della trasparenza e dell’informazione corretta nei confronti dei cittadini”. L’assessore regionale alla Sanità ricorda poi gli ingenti investimenti in arrivo sul Sant’Anna. “Abbiamo presentato proprio oggi un progetto che riguarda l’ospedale di Castelnovo – evidenzia –, che prevede 3 milioni di investimenti, due dei quali riservati alla riqualificazione e ampliamento del pronto soccorso, più un altro milione, in bilancio dal prossimo anno, per 16 nuove figure professionali (6 medici e 10 infermieri). Questa è la vera notizia della giornata”.