"La riforma necessita dell’ok". Scoppia la polemica su Don Neviani

Valestra, fa discutere il bollettino parrocchiale nel giorno del voto

CONTESTATO Don Villiam Neviani si è schierato per il Sì al referendum

CONTESTATO Don Villiam Neviani si è schierato per il Sì al referendum

Reggio Emilia, 6 dicembre 2016 - Libera Chiesa in libero Stato. E’ ciò che 150 anni fa auspicava uno dei fautori dell’unità italiana. Ma dopo un secolo e mezzo, quella di Cavour resta, in Italia, una lezione disattesa. Come dimostra il bollettino parrocchiale comparso domenica nella chiesa di Valestra di Carpineti (e in alcuni bar del paese), nel quale il parroco don Villiam Neviani, proprio nel giorno della consultazione popolare, ha spiegato le ragioni del sì e del no sul referendum costituzionale. Ma poi ha divagato con una lunga riflessione nella quale ha, di fatto, dato il suo appoggio alla riforma. «La riforma approvata dal Parlamento - si legge nel bollettino -, che necessita dell’ok degli italiani, è stata scritta quindi per cercando di rispondere a queste esigenze (...). L’esito della riforma esprimerà anche la capacità degli italiani di fare le riforme... cioè la nostra capacità riformista dopo decenni di immobilismo e di deprimente tirare a campare. L’Italia già è vittima di una rassegnazione istituzionale (....), vedremo emergere proprio una rassegnazione riformista, cioè incapace di costruire uno Stato adeguato alle sfide della globalizzazione?».

Tutto questo, specificando che «la divisione dei poteri ha rallentato la vita democratica del Paese». Una dichiarazione d’intenti chiara verso i parrocchiani, da parte di un prete sui generis che ama fare politica (come già dimostrato in varie occasioni; un’altra volta, invece, citò i «Simpsons» a messa). Tra l’altro, infrangendo il silenzio elettorale. Don Neviani è stato preso di mira dai sostenitori del no, tra cui Alessandro Fontanesi (Partito comunista italiano): «Alcuni cittadini hanno trovato perlomeno fuori luogo il fatto, poiché il contenuto è decisamente esplicito a sostenere una delle due parti, pur senza mai fare riferimento ad un si o ad un no. Siamo alla follia, altro che tornare indietro di trent’anni, il salto è decisamente a ‘Dio ti vede, Stalin no’. Se il prete di Carpineti vuole fare politica, smetta gli abiti ecclesiastici e si metta in gioco».