Processo Aemilia, i testimoni saranno 1.300

Saranno ascoltati il sindaco Luca Vecchi, Maria Sergio, Graziano Delrio, ‘no’ ad Alfano Si presenteranno anche i calciatori Marchisio e Bonucci, chiamati dalla difesa di Vincenzo Iaquinta

Maria Sergio, ex dirigente all’urbanistica del Comune di Reggio e moglie del sindaco Luca Vecchi

Maria Sergio, ex dirigente all’urbanistica del Comune di Reggio e moglie del sindaco Luca Vecchi

Reggio Emilia, 28 aprile 2016 - Sono circa 1.300 i testimoni che sfileranno nell’aula bunker del processo Aemilia nei prossimi due anni. Le liste dei pm e degli avvocati difensori sono infatti state accolte dal collegio nell’udienza di ieri, che ha visto aprirsi il dibattimento di primo grado del maxi processo alla ’ndrangheta in Emilia. Un’udienza fiume, terminata intorno alle 19,30, che però si è chiusa con diversi colpi di scena. Tra i nomi eccellenti che dovranno sedersi e giurare di dire la verità davanti ai giudici, infatti, spuntano quelli di Maria Sergio (ex dirigente all’urbanistica del Comune di Reggio) e di suo marito, il sindaco di Reggio Luca Vecchi; verranno sentiti anche il sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli, l’onorevole Carlo Giovanardi e il ministro ai Trasporti Graziano Delrio (tutti citati dall’avvocato Antonio Piccolo di Bologna, per la difesa dell’imputato Francesco Scida); respinte invece dal collegio le richieste di audizione dei ministri Angelino Alfano e Andrea Orlando (sempre per la difesa Scida) e del patron di Esselunga Bernardo Caprotti, perché avrebbero scarsa attinenza con i fatti, ma dato solo una valenza politico-mediatica al processo.

Un «carrozzone», come lo ha definito lo stesso presidente del tribunale, Francesco Maria Caruso, «che per funzionare avrà bisogno della collaborazione di tutti, avvocati compresi», ha detto Caruso. Ha così respinto anche le proteste avanzate dai legali e dalla procura sul calendario di udienze «troppo fitto» per alcuni. Si va avanti, dunque, nonostante una paventata minaccia di sciopero da parte di alcuni legali. Domani si ricomincia subito, con l’audizione dei testimoni. I primi a parlare saranno alcuni funzionari della Finanza di Guastalla e dell’Agenzia delle dogane.

I due pm antimafia Marco Mescolini e Beatrice Ronchi hanno invece rinunciato ad ascoltare come testimoni dell’accusa i due pentiti Giuseppe Giglio e Paolo Signifredi. Pino Giglio – che come collaboratore di giustizia ha già reso cinque interrogatori ed è appena stato condannato – è però stato citato da diverse difese e verrà dunque interrogato. I pm ascolteranno invece le parole della primula nera Paolo Bellini.

Accolti come testi dell’accusa, poi, l’avvocato Liborio Cataliotti, i giornalisti Sabrina Pignedoli del Carlino, Gabriele Franzini di Telereggio e Isabella Trovato di Teletricolore. Ancora, Marco Gibertini (appena condannato dal gup a 9 anni e 4 mesi) e l’ex prefetto di Reggio Antonella De Miro (citata anche da diverse difese).

Luca Vecchi, Maria Sergio, Graziano Delrio e Giancarlo Muzzarelli sono stati indicati come testimoni «con riguardo alle loro conoscenze sulle infiltrazioni mafiose del gruppo Grande Aracri nel settore edilizio urbano di Reggio – come si legge nella lista presentata dall’avvocato Piccolo –; su presunte situazioni di favore verso imprenditori sospettati di vicinanza alla ’ndrina emiliana di Grande Aracri, sugli imprenditori esclusi da provvedimenti antimafia e su quelli vittime di pressioni o intimidazioni». E, ancora, sulla loro eventuale conoscenza di «una rete di rapporti, legami e patti tra politica imprenditoria e ’ndrangheta e che avrebbero inquinato diversi settori dell’economia». Citati anche alcuni vertici di istituti di credito reggiani. Tra i vip che si presenteranno in via Paterlini anche i due calciatori della Juventus Claudio Marchisio e Leonardo Bonucci, citati dall’avvocato Carlo Taormina per la difesa dell’ex bomber della Nazionale e campione del mondo Vincenzo Iaquinta, imputato assieme al padre Giuseppe.

Nella mattinata di ieri, prima dell’apertura del dibattimento, il collegio ha escluso la costituzione di parte civile dell’associazione Sos Impresa e della Fondazione Caponnetto, per il loro mancato radicamento sul territorio. Sono poi state rigettate le eccezioni di incompetenza territoriale, avanzate dalle difese, che volevano la cosca emiliana al centro dell’accusa della Dda dipendente dalla casa madre di Cutro (Crotone), senza autonomia decisionale: il processo proseguirà dunque a Reggio e con gli stessi giudici. È stata infatti respinta anche l’eccezione dell’accusa sulla nullità del tribunale, basata sul fatto che i componenti del collegio hanno già deciso su misure di prevenzione patrimoniale che riguardavano alcuni imputati. Presente in aula – accompagnata da Libera – la VD dell’istituto Blaise Pascal, che ha assistito nella mattinata all’udienza.