Il Comune ha chiuso i parchi. Ma nessuno se n’è accorto

Praticamente ignorato il provvedimento: ieri tanta gente alle Caprette

 I reggiani passeggiano lo stesso ai giardini (foto Petrone)

I reggiani passeggiano lo stesso ai giardini (foto Petrone)

Reggio Emilia, 1 marzo 2015 - L'ordinanza firmata dal sindaco vieta l’accesso in 43 parchi di Reggio? I cittadini però dicono di non saperlo. Lo spicchio di primavera che ha soleggiato la giornata di ieri ha attirato moltissima gente nelle aree verdi della città. Comprese quelle inagibili dopo la caduta di rami nell’ondata di maltempo e che il Comune reputa ancora insicure.

Abbiamo scelto tre parchi per il nostro viaggio inchiesta. In tutti questi l’ordinanza non è rispettata, ma mancano i controlli. E a detta di molti, non ci sono cartelli. Al Parco delle Caprette è un viavai di corridori, anziani che passeggiano, mamme e papà coi loro bambini che giocano tranquillamente. Ma scivoli e altalene sono contornate da rami penzolanti e poco rassicuranti. «Ah non si può entrare? - sgrana gli occhi Giulia Prandi con nipotina alla mano – Non ho visto nessun cartello però. Comunque non riesco a capire la lentezza del Comune nel tirare su questi alberi e rami caduti. Capisco che non ci sono soldi e che le nevicate sono state eccezionali, però noi paghiamo le tasse e i posti in cui ci sono i bambini dovrebbero avere la priorità».

Sorpreso anche Salvatore Daino che ha deciso di trascorrere il sabato con bimbi e amici: «Non ci sembra normale, dopo tante settimane». Poi si accorge del cartello dell’ordinanza attaccato ad un albero: «E’ troppo piccolo, sembra un volantino qualsiasi. Non attira per nulla l’attenzione. Dovrebbero mettere i nastri bianchi e rossi per far capire alla gente che non può entrare...». Anche la pista mini go-kart è aperta e i bambini girano tranquillamente sulle macchinine.

Ai giardini in centro la situazione non cambia. Ragazzi e coppiette sulle panchine o addirittura sotto le maestose querce dai rami spezzati dal maltempo (e molti di questi ancora pericolosamente a penzoloni); le altalene volano e i cavallucci dondolano. Pieno zeppo di gente. La risposta è sempre la stessa: «I cartelli dove sono?», dice un papà mentre con occhio vigile controlla la bimba sullo scivolo. «Se nessuno ci dice niente, perché non dovremmo venire? Dove dovremmo portare i figli in una bella giornata come questa?».

Nessuno effettivamente vigila, anche se chi entra nei parchi non è punibile. «Non esiste nell’ordinanza una parte sanzionatoria – fa sapere la polizia municipale – Anche se è nei nostri poteri sgombrare il parco. I cartelli? La proroga dell’ordinanza è stata fatta in tempi rapidi e le aree sono state tappezzate come si poteva. Ma è in arrivo una segnaletica ben più visibile». Al parco Baden-Powell di via Marzabotto stesso discorso. C’è chi passeggia col cane e chi porta i figli a giocare. Anche se grossissimi rami ostacolano il passaggio sulla pedonale oppure sono adagiati nei pressi delle attrattive per bambini.

Passano alcune guardie ecologiche volontarie in giro proprio per monitorare la situazione. «Non si possono chiudere i parchi e nemmeno mettersi all’entrata per non far passare nessuno. Ci si appella anche al buonsenso della gente, sperando presti attenzione». Poi la stilettata al Comune: «Il verde pubblico va preservato anche quando c’è bel tempo. Altrimenti ecco cosa succede...». E se lo dicono loro...