La vice del senato contro le donne in rosso: «Discriminate la Boschi perché giovane e bella»

Valeria Fedeli (Pd): «Maria Elena è l’erede di Nilde Iotti: contestarla è sessista» La protesta delle 'Donne della Costituzione'

Valeria Fedeli (Ansa)

Valeria Fedeli (Ansa)

Reggio Emilia, 23 maggio 2016 - IMPROPRIO. Sgradevole. Sbagliato. Ma peggio ancora: sessista. Davanti al racconto dell’assalto, sia pure verbale, di alcune donne di sinistra che si ritengono legittime discendenti delle madri costituenti a Maria Elena Boschi a Reggio Emilia, la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd) è durissima.

«È un episodio grave, che denota ignoranza in materia. Chiunque prenda come riferimento le madri della Costituzione dovrebbe conoscere ciò che hanno fatto nel campo dei diritti delle donne per superare le discriminazioni. In particolare, vanno ricordate le battaglia della Iotti per la parità nell’ambito della famiglia. Il lavoro della ministra delle riforme si inserisce in questo filone, visto che si è impegnata tantissimo per inserire il principio dell’equilibrio delle rappresentanza tra uomini e donne nella riforma costituzionale all’articolo 55 e nella legge elettorale».

Pensa che il salto non sia troppo lungo? La Boschi è l’erede della Iotti?

«Sì. Tra l’altro, va ricordato che all’assemblea costituente le donne non solo si battevano contro la disuguaglianza, nel rispetto di valori di sinistra, ma erano più giovani della ministra. La Boschi, per capirci, ha più anni di quelli che aveva la Iotti quando è stata eletta alla Costituente».

Magari alle reggiane piace il bicameralismo perfetto.

«Ma non piaceva alla Iotti. Nel 1979, a Piombino disse così: ‘Basta con questo assurdo bicameralismo perfetto, basta con mille parlamentari – quanti ne ha la Cina, ma loro sono un miliardo e 300 milioni – serve un federalismo istituzionalizzato trasformando il Senato in Camera delle regioni e dei poteri locali’». 

L’ostilità nasce dalle riforme o c’è altro?

«C’è un pregiudizio politico».

E cioè?

«Chi contesta non riconosce il lavoro fatto dalla ministra sulla parità. E poi, c’è un pregiudizio ideologico legato all’età. Non conosco le contestatrici ma, lo dico con molto rispetto, spero che non siano tra quelle che hanno l’invidia della donna brava, intelligente e bella. Capace di essere se stessa senza rinunciare, se le piace, a portare un tacco dodici. Le donne vanno misurate sul merito, non per i vestiti che indossano. Che è un pregiudizio tipico della cultura maschilista».

Intanto, le sue dichiarazioni sui partigiani hanno fatto infuriare la sinistra Pd. È giusto distinguere tra buoni e cattivi?

«Fra tutti quelli che hanno fatto effettivamente la guerra partigiana e la lotta di liberazione non possono esserci buoni e cattivi. E lì ciascuno ha le sue opinioni sulla riforma».

 

C’è un modo per ricucire?

«Se ci si confronta nel merito, senza pregiudizi, si può ricucire».

Anche se la Boschi dice che l’Italicum non va cambiato?

«Il premio al partito è la condizione per avere governi stabili, che cambiano cioè ogni cinque anni».