«Votare no? La gente non è stupida» Bufera sul post della notaia Pd

Ma la Manghi si scusa: «Ho sbagliato, è stata un’uscita infelice»

Maura Manghi

Maura Manghi

Reggio Emilia, 24 maggio 2016 - «MA credete veramente che possa vincere il No? Io ho fiducia che gli italiani non siano così stupidi... » Si infuocano gli animi sui social, nonostante il referendum costituzionale d’autunno sia ancora molto lontano.

E così, non è passato inosservato il commento postato nelle scorse ore su facebook dalla consigliera comunale Pd Maura Manghi, presidente del Collegio notarile reggiano e coordinatrice del comitato per il Sì del centro storico. Tanto che Antonio Casella, ex candidato sindaco al Municipio con la lista Reggio Democratica, arriva a chiederne le dimissioni.

«Non pretendo dalla signora e consigliera Manghi una riflessione seria o che dica qualcosa intelligente sul tema, ma chiedo almeno il rispetto delle persone – scrive il capotreno di Trenitalia, sulla sua pagina –. Si dimetta da presidente del Comitato del sì e da consigliera comunale. Chi non ha argomenti non può che insultare e provocare».

Ma lei, non ci sta. «Il signor Casella evidentemente non ha di meglio da fare... La mia intenzione non era dare degli stupidi a quelli che votano No. È stata la foga della discussione – commenta –. Una battuta in un momento di provocazione, all’interno di una polemica. Una battuta di cattivo gusto, certo. Mi scuso se la mia frase è stata interpretata come se io volessi dare degli stupidi a quelli che votano No».

La notaia insiste. «Non è lì il senso del dibattito. È stata una risposta di getto la mia, credo sia il caso di abbassare i toni. In ogni caso, mi stupisce molto che il signor Casella sia così attento a me, avrà un interesse particolare... Io non ho il piacere di conoscerlo».

Però, Manghi fa un passo indietro: «Riconosco che è stata una battuta infelice, ma non riesco a capire perché sono al centro delle polemiche. Forse perché sono il coordinatore del comitato per il sì del centro storico. In realtà volevo dire che gli italiani prima di votare ragionano con la loro testa e non si basano sugli slogan. L’elettorato è capace di ragionare in maniera diretta, senza badare troppo a lusinghe».

Il riferimento, neanche troppo velato, è alla spaccatura nata dopo la presa di posizione dell’Associazione nazionale dei partigiani. «Io non sono iscritta all’Anpi, ma credo che se l’associazione impedisse ai suoi aderenti di esprimere pareri diversi pubblicamente, sarebbe antidemocratico».

E sulla richiesta di dimissioni? «Se tutti quelli che hanno espresso pareri negativi e offese verso di me dovessero dimettersi ci sarebbe una schiera di disoccupati».