Rivoluzione nella raccolta rifiuti

Tutino: «Costi raddoppiati: in dieci anni si è passati da 15 a 27 milioni di euro»

Raccolta differenziata

Raccolta differenziata

Reggio Emilia, 25 ottobre 2014 - L’ASSESSORE all’ambiente Mirko Tutino progetta una rivoluzione nella raccolta rifiuti. Un passo obbligatorio visto che l’introduzione della raccolta porta a porta e la fine dei conferimenti extra provincia agli impianti reggiani, hanno causato una incredibile esplosione dei costi di smaltimento: dal 2004 a oggi, ovvero nel corso dell’era Delrio, si è passati da 15 a 27 milioni di euro. Un dato choc, reso pubblico ieri sera nel corso di una commissione consigliare in Municipio, che conferma a posteriori le osservazioni di chi anni fa si poneva diversi interrogativi sui costi del nuovo sistema. Un’operazione verità, quella di Tutino, che si sintetizza in una frase: «Il modello attuale ci ha permesso di portare a recupero un terzo del materiale; ma ora non è più sostenibile».

SI CAMBIA, dunque, e ieri sera i consulenti dell’Atersir appartenenti alla ditta Oikos hanno tratteggiato per la prima volta come potrebbe essere il nuovo modello di raccolta rifiuti: stop ai cassonetti stradali ad accesso libero, ma soprattutto bolletta commisurata alla produzione di rifiuto indifferenziato. Qui sta la rivoluzione prossima ventura: i cittadini reggiani che svuoteranno di più il cestino dei rifiuti mescolati, pagheranno di più la bolletta, secondo il principio che chi più inquina più paga.

A spiegare i punti salienti di quanto sta accadendo è l’assessore Tutino: «Il sistema di raccolta in vigore ha ridotto del 30% i rifiuti avviati a smaltimento. Un chilo su tre che prima veniva smaltito viene recuperato. Ora però questo modello non è più sostenibile Molti cittadini — spiega Tutino — se in un quartiere c’è il porta a porta e nell’altro non c’è, possono portare il rifiuto dove c’è ancora il cassonetto. Non è possibile quindi pensare ad una tariffa puntuale con questo modello».

«OGGI — spiega Tutino — abbiamo una bolletta comunale di 27 milioni di euro, che è il costo complessivo dei servizi di raccolta e di smaltimento. L’obiettivo è di sviluppare una raccolta di tipo porta a porta su tutta la città stando all’interno di questa cifra. Si può fare? Pensiamo di sì, agendo sulle economie di gestione di Iren e realizzando un maggiore recupero di materiali, a cui deve essere dato un valore economico visto che sono riutilizzabili».

Secondo Tutino occorre realizzare un «modello che sia intelligente: per questo andremo nei quartieri e costruire un sistema di porta a porta che sia in grado di tenere sostenibili i costi. Il porta a porta è costato di più di quanto non fosse la bolletta 2004 perché allora avevamo un basso costo del rifiuto avviato a smaltimento: portavamo tutto in discarica. E le nostre discariche beneficiavano, dal punto di vista economico, del fatto che il rifiuto che veniva da Parma o da altre città alimentava economicamente il ciclo di gestione, riducendo i costi per i cittadini. Ma sono condizioni — conclude Tutino — attualmente non più esistenti e ciò ha fatto aumentare il costo di smaltimento».