Rio, la rivoluzione comincia dall’elefante fucsia

Esce in tutti i negozi di dischi e piattaforme digitali, il nuovo disco della band

Rio

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Reggio Emilia, 27 maggio 2016 - Esce oggi, in tutti i negozi di dischi e piattaforme digitali, il nuovo disco de I Rio, band attiva da ormai 11 anni e ad oggi composta da Fabio Mora (voce), Fabio Ferraboschi (basso), Alberto Paderni (batteria) e Gio Stefani (chitarra). La copertina (che prende spunto da un’opera di Valentina De Martini) che ritrae un elefante fucsia, capovolto a testa in giù, ci induce subito a pensare che sia un disco pieno di contrasti ed effettivamente, al classico e graffiante pop-rock, il quartetto amalgama sonorità dance floor, electro house e Moombahton, che accompagnano testi scanzonati o più impegnati.

E’ il caso del singolo “J’Adore Rockerilla” brano di matrice punkrock che ricorda la strage del Bataclan. L’immagine di copertina sembra voler bilanciare, attraverso un gioco di forme e colori, pesantezza e leggerezza.

«I contrasti stanno proprio alla base di questa immagine, che personalmente mi scuote molto. L’abbiamo scelta nemmeno un mese fa, mentre tornavamo in furgone da un tour in Sicilia. Abbiamo preso il quadro di una pittrice romana e Bronski (Ferraboschi) ha avuto l’idea di capovolgere l’immagine dell’elefante».

E’stato sempre Ferraboschi a voler inserire nuove sonorità?

«Mentre io lo sto metabolizzando solo ora, Bronski l’ha subito sentito suo e scherzando gli ho detto che se il disco dovesse andare bene gli sarò grato per tutta la vita, ma se non dovesse essere così…», ride.

Come mai lo sente così estraneo ancora, a pochi giorni dal prossimo tour?

«E’ un disco nato in modo particolare e continua a trasmettermi sentimenti forti, contrastanti, che ho cercato di trasportare anche nel primo videoclip del singolo ‘Dichiarazione d’amore alla luna’ vediamo come reagirà il pubblico».

Di cosa ha paura?

«Ho sconvolto l’immagine classica dei Rio, ma d’altronde questo è un disco che chiude un cerchio per noi e ne apre un altro. Un album fatto di microcosmi sonori e sensoriali».