Chiusa in camera e costretta a subire i rapporti sessuali: marito arrestato

Le accuse: violenza sessuale e maltrattamenti alla moglie, i carabinieri portano in carcere operaio di 35 anni

Foto d’archivio (Germogli)

Foto d’archivio (Germogli)

Novellara (Reggio Emilia), 22 maggio 2016 - Non solo violenze fisiche e mortificazioni con pesanti offese ma anche vessazioni psicologiche alla moglie che chiusa a chiave in camera da letto era costretta a subire i rapporti sessuali pretesi dall’uomo.

Un comportamento che sarebbe andato avanti per alcuni anni e che è stato al centro di un processo concluso con una condanna definitiva a tre anni e quattro mesi per maltrattamenti e violenza sessuale.

L’altro pomeriggio nei confronti di un operaio 35enne residente in un comune della bassa, in provincia di Reggio Emilia, è stato eseguito dai carabinieri di Novellara l’ordine di carcerazione, essendo, nel frattempo, divenuta esecutiva la sentenza di condanna.

Secondo le indagini le violenze, iniziate nel 2013, sono proseguite fino al 2014 allorquando la donna, che ha trovato la forza di denunciare l’accaduto, si è allontanata. Alla base delle vessazioni e delle violenze l’assurda gelosia dell’uomo che si acuiva quando tornava a casa ubriaco con episodi di violenza gratuita nei confronti della moglie che doveva subire con cadenza pressoché quotidiana offese di tutti i tipi.

Per evitare di farle avere contatti con il mondo esterno le aveva levato anche il cellulare chiudendola anche a chiave a casa quando usciva. Le violenze più difficili da sopportare avvenivano la sera in camera da letto quando la donna, chiusa in camera da letto, veniva costretta a subire rapporti sessuali. Rapporti che era costretta a subire in silenzio non solo perché non era in condizione di reagire ma soprattutto per evitare che i bambini che dormivano nella camera accanto potessero accorgersi di ciò che il padre faceva alla loro mamma.