Trovato il sigillo settecentesco dell’Università di Reggio

Carlo Baldi: «Scoperta importantissima, ora Unimore riveda il suo logo»

Carlo Baldi e il professor Alberto Cadoppi, autore della scoperta (foto Artioli)

Carlo Baldi e il professor Alberto Cadoppi, autore della scoperta (foto Artioli)

Reggio Emilia, 27 novembre 2015 - È stato trovato quasi per caso, come nella più classica tradizione delle grandi scoperte, l’antico sigillo settecentesco dell’Università di Reggio, poi smantellata nel 1772 dal duca di Modena, Francesco III, che la trasferì in toto nella città della Ghirlandina.

Sette lettere, archiviate nel posto sbagliato. Documenti che si cercavano da più di vent’anni. E ora lo studioso Carlo Baldi chiede che Unimore riveda il suo logo, alla luce di questo ritrovamento.

L'antico sigillo ritrovato

«Fra le carte del Collegio degli Avvocati e dei Giudici conservate fra le filze del notaio Gian Manfredo Ferrari, all’Archivio di Stato di Reggio – racconta il professor Alberto Cadoppi, reggiano docente di diritto penale all’università di Parma – ho scoperto in particolare alcune lettere scritte dal Rettore dell’Università Ippolito Maioli, arciprete del duomo, al Collegio degli Avvocati».

 

E prosegue: «Il Rettore attestava ufficialmente l’idoneità di alcuni studenti dell’Università ad ottenere la laurea dottorale in legge, alla fine del percorso di studi. Si trattava di poco meno di una decina di lettere comprese fra il 1753 e il 1756. Con mia grande sorpresa, notai che le attestazioni portavano in calce il sigillo dell’Università di Reggio».

 

Il sigillo, di forma ovale, contiene la raffigurazione della Madonna della Ghiara in alto e di San Prospero in basso, in contemplazione della Vergine. Attorno alle immagini in rilievo, stava l’iscrizione ‘Universitas Studiorum Regii’, e in basso lo stemma del Comune di Reggio.

 

«Si tratta di una scoperta importante – conclude Cadoppi –, perché prima di oggi non era mai stato reperito o segnalato dagli studiosi della storia dell’Università di Reggio il sigillo in questione. Negli anni 90, il dottor Carlo Baldi, promotore della rinascita dell’Università di Reggio, aveva cercato e fatto cercare il sigillo, ma senza successo. E Carlo Baldi è stato naturalmente il primo ad essere da me avvisato del fortunato ritrovamento, poche settimane fa».