"A 24 anni allevo due milioni di lumache"

Così Simone Beltrami ha diversificato l'azienda agricola di famiglia a Pratofontana di Alessandra Codeluppi

Reggio Emilia, Giorgio e Simone Beltrami allevano lumache (Foto Artioli)

Reggio Emilia, Giorgio e Simone Beltrami allevano lumache (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 20 luglio 2014 - Il futuro a tutta velocità grazie alle lumache. E’ la storia di Simone Beltrami, 24 anni: dopo il diploma come perito agrario all’istituto Zanelli, ha deciso di diversificare la produzione dell’azienda agricola di famiglia, a Pratofontana, aprendo un allevamento di ‘Helix aspersa’, nome scientifico delle lumache. "Quando avevo 19 anni, mio padre mi chiese se intendevo continuare l’attività di casa, oppure se volevo fare altro — racconta il giovane —. La campagna mi attirava fin da piccolo: quando avevo cinque o sei anni, andavo nei campi con mio nonno Nando e con mio padre Giorgio". Una passione che è cresciuta con lui, fino al diploma specializzato e poi la decisione di farne un mestiere, ma investendo su un’attività atipica, per le nostre zone, come l’allevamento di lumache (in termine tecnico, si chiama elicicoltura).

L’azienda agricola di via Leuratti possiede circa quattro ettari di vigneto, dieci di erba medica e sei di prato stabile che producono foraggio per l’alimentazione di bovine da latte per il Parmigiano Reggiano oltre a un ettaro per la coltivazione di zucche. A queste colture tradizionali, i Beltrami hanno deciso di affiancare le innovative lumache: "Abbiamo dedicato tre ettari di terreno e ora, secondo quanto certificato dall’istituto piemontese di elicicoltura, il nostro è il più grosso allevamento di lumache del Nord Italia. Ci siamo associati all’istituto, che ci dà tutela e ritira le lumache che non riusciamo a piazzare, e poi siamo partiti nell’ottobre 2010: dai 106mila esemplari dell’avvio, ora abbiamo sfondato la quota dei due milioni".

All’interno l’allevamento presenta 88 recinti di 4 metri di larghezza per 45 metri di lunghezza: sono circondati da una rete antibava che non trasmette sapori o odori indesiderati alla carne delle lumache. Il 60% dei recinti è predisposto all’ingrasso dei piccoli, mentre il 40% alla riproduzione. E poiché l’alimentazione svolge un ruolo importante, si possono possono trovare all’interno dei primi cavolo e bietola da costa, e nei secondi divisi a metà anche il radicchio. La raccolta viene poi fatta in settembre e ottobre, quando le rane vengono raccolte a una a una. L’attività, intanto, sta crescendo: "Da un paio d’anni non ci limitiamo a vendere le lumache, ma le conferiamo all’Antico Podere Ferrari di Bagno, che le lavora per ricavarne confezioni in salamoia, un sugo con porri e un altro alla mediterranea".

L’azienda agricola, che aderisce a Campagna amica di Coldiretti, predilige la vendita diretta al pubblico e i mercatini: "Così possiamo confrontarci con gli acquirenti e mostrare loro dove nascono i nostri prodotti".

Quello delle lumache è un settore, a detta del 24enne, con grandi potenzialità: "In Italia ne importiamo il 70%. C’’è chi apprezza questo sapore, ma molti ancora non conoscono. A Reggio, infatti, non sono ancora molto diffuse, a differenza del Sud Italia dove, forse per la maggior povertà, è più radicata l’abitudine di andare a rane o lumache. Ma ora ci piacerebbe diffondere i nostri prodotti anche nei ristoranti reggiani".

Alessandra Codeluppi