"Salvare l’aeroporto di Parma? Non possono chiederlo a noi"

Il sindaco Vecchi: "Ma potremo collegare la stazione con le navette"

ll sindaco di Reggio, Luca Vecchi

ll sindaco di Reggio, Luca Vecchi

Reggio Emilia, 28 febbraio 2015 - Sindaco Vecchi, il primo cittadino di Parma, Pizzarotti, nei giorni scorsi ha chiesto aiuto alla città di Reggio per salvare il loro aeroporto. Che ne dice? «Al di là del ruolo della Mediopadana – che investe come benefici un territorio molto vasto, che va ben oltre il nostro, ma che fu ed è un risultato storico per Reggio – il tema dell’aeroporto di Parma è indubbiamente un’infrastruttura importante, per la regione, e per la nostra area, però credo che sappiamo tutti che è fuori scala la possibilità che un Comune come quello di Reggio, che pure ha un bilancio molto più solido di quello di Parma, possa contribuire al salvataggio dell’aeroporto di Parma».

Perché? «L’aeroporto di Parma richiede un investimento ogni anno di 5-6-7 milioni di euro in conto esercizio e la capacità di sostenere un piano di investimenti di non meno di 50 milioni di euro; per cui perché ci sia un salvataggio dell’aeroporto di Parma non serve Reggio Emilia, ma una sinergia politica della Regione che dica chiaro e tondo se è giusto o non è giusto che Parma continui ad avere un aeroporto. Poi un’operazione di sensibilizzazione affinché gli investitori privati di tutto il territorio emiliano possano investire in quella direzione».

La nostra città non soccorrerà i cittadini d’oltre Enza, dunque? «No. È qualcosa che va ben oltre Reggio. Certamente l’aeroporto è un punto di riferimento dell’area vasta emiliana, ma è qualcosa che non possono risolvere due sindaci da soli».

È previsto però un collegamento fra la stazione Mediopadana e l’aeroporto di Parma? «Ecco, la possibilità invece che tutta la città di Parma, non l’aeroporto, possa essere collegata e possa studiare assieme a Reggio dei servizi su gomma per potenziare l’accessibilità alla stazione Mediopadana credo sia una valutazione che assieme alla città di Parma possiamo fare. È una valutazione di ben altra scala come impegno economico e finanziario».

Qualche mese fa aveva annunciato l’introduzione di parcheggi a pagamento davanti alla stazione Mediopadana, a che punto siamo? «Noi stiamo per chiudere un accordo con Fsi che consentirà alle Ferrovie di iniziare un investimento per dotare la stazione di almeno 150 posti in più. Definiremo nell’arco delle prossime settimane anche una politica di tariffazione; o meglio di differenziazione tra sosta prolungata e sosta breve, parcheggio gratuito e parcheggio a pagamento».

Rimarranno i parcheggi gratuiti nelle aree più lontane? «Sì. E comunque sarà una tariffazione modesta che però ci consentirà di rallentare un attimo la pressione rispetto alla condizione di parcheggio attuale di oggi, che non è più sostenibile, e di potenziare invece il servizio di navetta e collegamento ad altri parcheggi a noi molto vicini, che sono quello della Fiera e quello dei Petali».

Quando si partirà con gli stalli a pagamento? «Questa è la sfida sulla quale stiamo lavorando e lavoreremo nei prossimi mesi. Quindi ci sarà secondo me durante l’Expo, ma è un lavoro che stiamo seguendo con attenzione, per cui non posso dire se ci saranno i parcheggi pronti da qui a un mese, ma certamente nel 2015 questo è un risultato da portare a casa».

Dovremo pagare, dunque. Ma ci sarà almeno una sorta di vigilanza? «Bisogna dotarlo e attrezzarlo anche di sbarre sugli accessi. Bisogna fare una cosa fatta bene, di qualità. Coerente con la qualità complessiva che questa stazione ha. Quindi non sarà semplicemente un parcometro, ma qualcosa di più».