Giovedì 18 Aprile 2024

"Nuovo museo e polo espositivo: Reggio scommette sulla cultura"

Il sindaco Luca Vecchi svela le carte: «Sarà un 2015 molto vivace»

Luca Vecchi

Luca Vecchi

Reggio Emilia, 28 novembre 2014 - Un centro permanente ai Chiostri di San Pietro, ora utilizzabili solo d’estate. Un museo alle ex Reggiane, a partire dal chilometrico e stupefacente archivio. Una sinergia tra le maggiori istituzioni culturali cittadine, un’unica regìa per i poli espositivi. Una «Fotografia europea» più lunga (nella durata), più larga (cioé sempre più presente negli spazi concessi dai privati) e possibilmente meno onerosa per il Comune.

Dici cultura e il sindaco Luca Vecchi – che non a caso ha tenuto per sé la delega – s’illumina. E snocciola novità. «Un euro investito in questo ambito ha una ricaduta di 3 o 4 sulla città», osserva; così, tanto per far intendere che non sono discorsi sul sesso degli angeli. chea muovere l’economia non sono solo lamierati e bulloneria.

Sindaco, Palazzo Magnani ospiterà la prima mostra mai realizzata sull’intera opera grafica di Piero della Francesca, proprio nell’anno dell’Expo. Cosa può significare per Reggio?

«É un evento di grande valore. No so se farà meglio di Escher. Sicuramente è di qualità ancora più alta. E si innesterà in un 2015 culturalmente molto vivace».

Ovvero?

«Piero della Francesca, come Fotografia Europea, rappresenta l’idea di una città dove il contributo della cultura può essere molto importante. La cultura attrae risorse, turisti, mette in moto la città, la rende più creativa. E a Reggio abbiamo grandi istituzioni: i teatri, il Peri, la fondazione per la danza, le biblioteche che hanno un numero di prestiti superiore a quello di molti capitale europee, i rinnovati Musei. Teatri, danza e Peri hanno iniziato a lavorare a una progetto che li veda protagonisti insieme della produzione culturale».

Abbiamo anche numerosi centri espositivi.

«Palazzo Magnani, nel quale stiamo entrando come soci, i Chiostri di San Pietro, il Gerra. Ma serve una regìa comune».

I Chiostri di San Pietro...

«...Cambieranno. Penso a un contenitere in grado di attrarre visitatori 12 mesi all’anno. Sarà una scelta stragegica di questo mio mandato».

La spesa?

«Serve un milione di euro».

Le altre novità?

«Assieme a Istoreco abbiamo inziato a ragionare su un museo del Novecento. Abbiamo appena sottoscritto un accordo con Iren per la valorizzazione dell’archivio storico delle Reggiane, lungo tre chilometri e mezzo, che potrà trovare sede in un capannone».

Solo archivio?

«Si potrebbe trovare un aereo, un treno e, poco alla volta, trasformare il museo delle Reggiane in un museo della Manifattura».

E Fotografia europea? Scommessa vinta?

«Sì. L’anno scorso, 40mila presenze solo nella tre giorni inaugurale. Ma non bisogna fermarsi».

Che progetti ci sono?

«Quest’anno avrà una durata straordinaria, per tutta la durata dell’Expo di Milano. Dobbiamo sviluppare l’internazionalizzazione, consolidare le relazioni con i privati che la ospitano, renderla sempre più emancipata, per forza di cose, rispetto al finanziamento pubblico».

Gli atelier privati sono stati un successo.

«Sì, noi dobbiamo valorizzare sempre più queste collaborazioni. Presto l’orchestra del Peri suonerà al Coin, all’ex mercato coperto. Serve questa sinergia».

Crede che il rilancio del turismo cittadino possa passare attraverso la cultura?

«Sì. Il nostro non può essere un turismo di tradizione. Non siamo Riccione. Noi dobbiamo puntare sugli eventi sportivi, musicali e sulla cultura. E con cultura intendo anche la cultura del cibo, che è uno dei nostri punti di forza, insieme alla didattica. A maggio ospiteremo le giornate internazionali della coesione sociale: arriveranno persone da tutto il mondo».

Le celebrazioni del Tricolore, il 7 gennaio, continueranno a risolversi in una sfilata di personalità?

«Io non sono qui da molto. Nel 2015 ospiteremo due autorità del campo istituzionale e culturale. Però vogliamo lavorare a uan graduale innovazione del format».