Reggio Emilia, il tifoso Camisasca striglia Donnarumma

Il portiere molla il Milan. Il vescovo: "Mi dispiace per te, Gigio. Decidi tu della tua vita"

Il vescovo di Reggio e Guastalla Massimo Camisasca

Il vescovo di Reggio e Guastalla Massimo Camisasca

Reggio Emilia, 18 giugno 2017 - Gigio Donnarumma rifiuta di rinnovare il contratto con il Milan: e chi gli fa la predica? Il vescovo di Reggio e Guastalla Massimo Camisasca, tifoso rossonero, anzi quasi un ultrà ci sentiamo autorizzati a questo punto a pensare. Succede quel che non t’aspetti.

Nella pagina delle lettere del Corriere della Sera compare un breve testo, forse dettato al volo all’amico giornalista e scrittore Aldo Cazzullo che vi cura una rubrica oppure inviato di getto per posta elettronica, in cui il prelato milanese da cinque anni a Reggio esprime delusione per la scelta del giovanissimo portierone. E chissà cosa avrà pensato ieri, nel venire a sapere che la Juventus - eterna e ora vincente rivale, ma non in Champions come fu il «suo» Milan - si è mobilitata per ingaggiarlo.

Ma veniamo alle singolari righe stilate da Camisasca: «La decisione di Donnarumma di abbandonare il Milan lascia a me, tifoso milanista da sempre, un po’ di amarezza: avevo sperato in lui come futura bandiera della squadra e tutti sappiamo quanto ci sia bisogno di persone mature e carismatiche assieme. Ma mi dispiace anche per lui: ‘Gigio, hai la vita davanti, hai 18 anni. Sii sempre tu a decidere nelle occasioni grandi della tua esistenza’».

Parole, queste ultime, interpretabili in due modi. Il primo, il più immediato, pare manifestare la convinzione del vescovo che non abbia deciso Donnarumma di andarsene dal Milan ma altri per lui. Seconda lettura: quello di Camisasca sarebbe soltanto un accorato appello a Gigio perchè cambi idea, se è ancora in tempo. Sia come sia, le parole del vescovo hanno anche un’altra valenza. Racchiudono la sua idea di come dovrebbero essere i ragazzi oggi, soprattutto quelli che hanno la fortuna di stare sulla scena da protagonisti, e quindi esempio per gli altri: devono essere fedeli a un progetto, coerenti con le proprie azioni, messaggeri di passione. Vengono in mente altri due grandi calciatori, Buffon e Totti.

L’intervento di Camisasca - scegliete voi se fallo da rigore o tentativo prodigioso di salvataggio sulla linea di porta - è comunque in linea con la passione calcistica del vescovo. E’ infatti stato cappellano del Milan di Berlusconi e Sacchi, Baresi e Maldini, Gullit, Rijkaard e Van Basten, «un periodo bellissimo - ha avuto modo di dichiarare ricordando il suo ruolo di padre spirituale dal 1986 al 1991 - Milanello è stata una scuola di vita».

Il suo tifo lo ha portato ad assistere, qui al Mapei, a partite tra Sassuolo e Milan, con ruolo «istituzionale» visto che Sassuolo, pur in provincia di Modena, appartiene alla diocesi di Reggio e Guastalla. Tre anni fa, Camisasca dal Mapei diede anche due stoccate al mondo del calcio: «La quantità di denaro che circola attorno rende difficile la scoperta dei valori. Credo che bilanci in ordine e meno soldi potrebbero ridare sobrietà e fascino al calcio». Questo però nella lettera a Gigio non lo scrive.