Tifo violento negli stadi, arrestato per tentato omicidio

Il 54enne campano, ora residente a San Martino in Rio, avrebbe tentato di strangolare con una cintura un ispettore di polizia

Scontri allo stadio (foto Ravaglia)

Scontri allo stadio (foto Ravaglia)

Reggio Emilia, 28 ottobre 2014 - Tifo violento negli stadi, arrestato per tentato omicidio. Il 54enne campano, ora residente nel reggiano ed arrestato dai Carabinieri di San Martino in Rio, è stato condannato a oltre 7 anni di carcere. Le immagini di ciò che accadde il 18 gennaio 1998 allo stadio Liguori di Torre del Greco durante la partita di C1 Turris - Savoia passarono su tutti i telegiornali e furono rilanciate dalle trasmissioni sportive. Scene tutt'altro che nuove: gruppi di tifosi che in nome di "un'antica rivalità" si scannano a due passi dal campo di gioco. Inseguimenti, pestaggi, spranghe che volano e teste che sanguinano. E forze di polizia in assetto di guerra presi di mira dai teppisti dell'una e dell'altra parte, come accade sempre in queste occasioni. Rimasero feriti trentaquattro agenti e una sessantina di tifosi. L’inchiesta dopo circa un mese sfociò nell’"Operazione fuori gioco", con l’arresto di una cinquantina di tifosi per i reati che vanno dalle minacce e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio, atti osceni e tentato omicidio. Di quest'ultimo reato è stato accusato il 54enne di Torre del Greco, per il quale, secondo l'accusa, avrebbe tentato di strangolare con una cintura un ispettore di polizia. Per questi fatti l’uomo è stato condannato a 7 anni e 4 mesi d reclusione con sentenza emessa il 3.12.2010 dalla Corte di Appello partenopea. Per gravi motivi di salute del 54enne, il competente Magistrato di Sorveglianza, nel novembre del 2013 differiva la pena. Il tribunale di Sorveglianza di Catanzaro con provvedimento del 21 ottobre scorso rigettava l’istanza di differimento della pena concedendo all’uomo la detenzione domiciliare per un anno. Il provvedimento restrittivo veniva quindi trasmesso ai Carabinieri di San Martin in Rio, in provincia di Reggio Emilia, dove nel frattempo l’uomo si è trasferito, con i militari che vi davano esecuzione traendo in arresto l’uomo, poi sottoposto al regime di detenzione domiciliare.