"La bella amministratrice si intascava i soldi delle bollette del palazzo"

Condannata a risarcire oltre 40mila euro

Da sinistra Ernesto D'Andrea, Monica Alvisi ed Emilio Ferrari (foto Artioli)

Da sinistra Ernesto D'Andrea, Monica Alvisi ed Emilio Ferrari (foto Artioli)

Reggio Emilia, 19 ottobre 2014 - Si sarebbe intascata oltre 38mila euro: i soldi che servivano a pagare le bollette del teleriscaldamento di quasi quattro anni, per un palazzo di via Martiri del 1831, a Rosta Nuova. Per questo Gabriella Ferretti, una amministratrice di condominio reggiana di 48 anni, è stata condannata il 10 ottobre scorso dal giudice civile Cristina Ferrari a risarcire più di 40mila euro (compreso le spese legali). Circa diecimila, infatti, li aveva già rifusi di tasca sua, una volta messa sotto accusa dai condomini (assistiti dall’avvocato Ernesto D’Andrea) durante un’assemblea.

Chiuso il primo grado civile, c’è l’aspetto penale: la donna risulta infatti indagata per appropriazione indebita e falso in scrittura privata e avrebbe già ricevuto anche l’informazione di garanzia. Durante le indagini sarebbero infatti emersi altri ammanchi (bolletta della luce) e diversi prelievi che la donna avrebbe effettuato prima delle festività a titolo di ‘compenso personale’ per un totale di diverse decine di migliaia di euro. «Peccato che — sottolinea il legale — stia ancora operando in altre palazzine. Chiederò che sia interdetta dalla professione su tutto il territorio nazionale»

«Faceva il gioco delle tre carte. Ma ci ha rovinati; siamo pensionati, disoccupati; alcuni di noi non sanno più come fare... »  A parlare, con la voce tesa, è Emilio Ferrari, 81 anni, uno dei condomini rimasto vittima della «bella e affascinante» amministratrice di condominio, capace con la sua arte oratoria, di raggirarli.  Un trucchetto non da poco, però, dato che Gabriella Ferretti, reggiana di 48 anni con studio in via Pasteur 16/, sarebbe riuscita a intascarsi — stando alle accuse — quasi 40mila euro prelevati dal conto del palazzo di via Martiri del 1831 (alla Rosta Nuova); soldi che erano destinati al pagamento del teleriscaldamento di quattro anni. Ma quelle bollette Iren non sono mai state saldate. Il tutto, ovviamente, all’insaputa dei residenti.

Il magheggio è stato smascherato nel luglio del 2013, quando la multiutility — dopo aver invano spedito solleciti alla donna — recapita una lettera di diffida, questa volta indirizzata anche ai condomini, minacciandoli di staccare loro le utenze se non avessero versato quei 38mila euro mancanti, entro 60 giorni.

«Quando ho visto questa lettera mi è crollato il mondo addosso, non sapevo cosa pensare — racconta Monica Alvisi, una dei proprietari dei 12 appartamenti del palazzo —. E quello che più stupisce tutti noi è che Iren abbia aspettato quattro anni prima di contattarci e farci scoprire come davvero stessero le cose. Dovevano informarci dopo la prima bolletta inevasa... »

Così, i 28 proprietari coinvolti, si sono rivolti all’avvocato Ernesto D’Andrea, disperati. Il legale ha subito chiesto i tabulati del conto corrente del condominio alla banca. Dall’analisi dei dati, si è accorto che «l’amministratrice falsificava i bilanci del palazzo», così da ottenere la fiducia a ogni riunione. Peccato che quei soldi — chiesti candidamente ogni volta per il pagamento delle utenze — finissero nelle sue tasche.  Così, carte alla mano, D’Andrea ha convocato due assemblee straordinarie con l’amministratrice.

La donna, messa alle strette e di fronte all’evidenza, avrebbe quindi ammesso gli addebiti e dichiarato di essere disponibile a rifondere il denaro sottratto. Ma sul conto della palazzina (in cui sono presenti anche appartamenti popolari), di quei 38mila euro mancanti, ne sono arrivati solo poco più di dieci. Poi il silenzio. Così è partita la causa civile. E pochi giorni fa, si è arrivati al primo traguardo: la condanna, firmata dal giudice Cristina Ferrari. 

«Accertata la responsabilità di Gabriella Ferretti per le condotte tenute in violazione dei propri obblighi di amministratore di condominio — si legge nella sentenza — condanna al pagamento in favore del Condominio Martiri del 1831, a titolo risarcitorio, della somma di 26.978 euro, oltre interessi legali». Non solo. Dovrà pagare anche le spese processuali sostenute nel procedimento cautelare del condominio, (comprensive del compenso professionale dell’avvocato) per 9.349 euro». I beni immobili della donna, intanto, sono stati sequestrati.

Nel frattempo, però, è arrivata anche la denuncia penale. Il fascicolo è stato aperto dal sostituto procuratore Stefania Pigozzi.  L’amministratrice — che avrebbe già ricevuto l’informazione di garanzia — risulterebbe indagata per appropriazione indebita e falso in scrittura privata. 

Durante le indagini sarebbero infatti emersi altri ammanchi (bolletta della luce) e diversi prelievi che la donna avrebbe effettuato stranamente in corrispondenza delle festività (Pasqua e Natale) a titolo di ‘compenso personale’ per un totale di diverse decine di migliaia di euro. Altre volte, si era ‘decuplicata’ il compenso di circa 1.300 euro annui pattuito con il condominio. Non solo. Nell’indagine sarebbero coinvolti almeno altri otto condomini reggiani e alcuni fuori Reggio. Ora si attende la chiusura delle indagini preliminari.

«Peccato che — chiosa D’Andrea — nel frattempo la Ferretti stia ancora operando in altre palazzine. Adesso si è spostata sulla provincia di Parma. Chiederò che sia interdetta dalla professione su tutto il territorio nazionale». Le utenze telefoniche dell’amministratrice, in possesso dei residenti, ieri risultavano tutte staccate. Per avere una sua versione dei fatti, ieri abbiamo provato a suonare al campanello della villetta a schiera di Massenzatico, dove risulta residente. Al citofono, una voce di donna ha risposto: «La mamma è fuori, tornerà fra una settimana».