{{IMG_SX}}Reggio Emilia, 9 aprile 2008 - L'idea poteva non essere male: valutare la produttività di un prof non da un pari grado, ma dall’ottica del discente potrebbe essere stimolo importate per una crescita. A uno studente (minorenne) dell’Ariosto-Spallanzani quest’idea è balzata in testa non con fini “pedagogici”, ma come strumento di vendetta verso i docenti.

In sostanza il giovane nel suo blog (per chi non mastica di nuove tecnologie, si tratta di un diario personale pubblicato su Internet) ha dato voti e giudizi a tutti i suoi professori. Uno per uno, divisi per pagine specifiche, ma tutti accumunati dallo stesso destino: una raffica di insulti e improperi.

Tutto ha inizio circa un mese fa. Uno studente dell’Ariosto-Spallanzani inizia la scrittura delle sue pagelle: probabilmente per una bravata nata ridendo coi compagni. Scrive, scrive e gli altri leggono. E ridono. Peccato che il motivo di tanta ilarità fossero riferimenti personali molto delicati per ciascun insegnante.
Vita privata: ricostruzioni vere o verosimili non importa, queste pagelle hanno trasceso il buon gusto per sfociare nella diffamazione.

Un recente consiglio di classe ha portato alla luce questa vicenda. Non si è parlato altro che di questo: valutare con molta attenzione cosa fare. Perché sin da subito il colpevole è stato individuato. Lui, bravo ad armeggiare con Internet.

Voci di corridoio avevano portato alla scoperta di queste “pagelle”. Quando i prof interessati le hanno viste sono andati su tutte le furie. Tanto prendere immediatamente provvedimenti discipliari per lo scellerato autore: per lui è scattata la sospensione. Il ragazzo deve essersi reso conto della gravità del gesto compiuto: ha chiesto scusa alle persone interessate e ha anche tolto il suo sito che ora non è più accessibile. Dal canto loro, gli insegnanti coinvolti non hanno ancora sporto denuncia. Ma non vuole dire che non lo facciano in seguito. Si sta verificando se ci siano responsabilità anche di alcuni compagni. Il preside del liceo, il professor Gino Morlini non vuole approfondire l’argomento: «È intervenuta la giustizia scolastica su questa vicenda. Ciò significa che si tratta di una storia interna. Quindi, niente da aggiungere».