{{IMG_SX}}Reggio Emilia, 18 dicembre 2008 - Nella bufera giudiziaria piombata ieri sulla giunta comunale di Napoli è coinvolto il deputato del Pd di Castelnovo Sotto Renzo Lusetti.

Al parlamentare reggiano, nell’ambito dell’indagine sulla delibera 'Global service', la procura di Napoli ha notificato un’informazione di garanzia che ipotizza il reato di partecipazione all’associazione per delinquere capeggiata - secondo i pm - dall’imprenditore Alfredo Romeo.

Stessa accusa nei confronti di un altro parlamentare, il pdl Italo Bocchino. Il solo Bocchino risulta indagato anche per concorso in turbativa d’asta. Il procuratore aggiunto Franco Roberti e i sostituti Enzo D’Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli ritengono che avrebbero "assicurato uno stabile e continuativo apporto alla struttura criminale organizzata e capeggiata da Alfredo Romeo".

Per loro è stata avanzata richiesta di autorizzazione all’uso delle intercettazioni (per Bocchino anche la richiesta di arresto, non per Lusetti che l’ha negata in tarda serata correggendo una notizia d’agenzia), nell’inchiesta sugli appalti per la manutenzione delle strade a Napoli. I due saranno sentiti a gennaio dal gip di Napoli che dovrà decidere se dare seguito alla richiesta dei pm di inviare alla Camera la domanda per l’uso delle conversazioni telefoniche.

L’onorevole Lusetti, secondo la procura napoletana, avrebbe garantito gli interessi di Romeo "sull’intero territorio nazionale influenzando in suo favore la linea programmatica dell’intero partito, sia a livello nazionale sia regionale".

Per Lusetti i pm fanno riferimento, come per Bocchino, a un’influenza presso i massimi esponenti del partito, per l’assegnazione degli appalti. I pm sottolineano un suo ruolo per consentire all’imprenditore il "perseguimento dei propri fini illeciti" sia a Napoli sia a Roma.

In particolare, per quest’ultimo caso, intervenendo "presso esponenti del Consiglio di Stato per sostenere Romeo nell’atto di appello interposto contro una decisione del Tar favorevole a una impresa concorrente".

Una delle conversazioni telefoniche giudicate «più interessanti e significative» dai pm è del 3 maggio 2007, periodo in cui Romeo sta affrontando un giudizio amministrativo sull’appalto milionario del global service per i servizi integrati del patrimonio stradale del Comune di Roma, chiamato in causa da un’azienda concorrente, la Manital, il cui ricorso aveva provocato la decisione del Tar del Lazio di annullare i provvedimenti comunali di aggiudicazione della gara alla Romeo Gestioni e alle imprese associate.

Romeo chiama Lusetti. Si parla del Consiglio di Stato che aveva in mano la questione, la decisione giurisdizionale che rappresenta per l’imprenditore "una questione di vita o di morte" (il Consiglio di Stato con sentenza 36 del 15 gennaio 2008 si esprimerà poi in favore della Romeo Gestioni).

Nella conversazione emerge il nome di uno dei componenti del collegio, il consigliere di Stato Paolo Troiano. Sono le 19.50 quando i due si sentono. "Ti sei scordato di me", dice l’imprenditore a Lusetti. "No, sto lavorando, invece", dice il parlamentare. "Volevo sapere di quella cosa di quello lì, di Troia, lì che cosa ti aveva detto, se ci avevi parlato", incalza Romeo.

"Quale cosa di Troia?", chiede l’esponente Pd; "Troiano, quello della giustizia amministrativa", risponde l’imprenditore. "Ho un incontro operativo alle otto - spiega Lusetti - direttamente con il grande capo e parliamo di tutto, capito? c’è anche Troiano - su tutto - stai tranquillo".

"Ma lui la farebbe questa cosa?", si preoccupa Romeo. "Certo che la farebbe", lo rassicura Lusetti. "Perchè quella è questione di vita o di morte là", insiste l’imprenditore.