Reggio Emilia, 21 aprile 2011 - Vito Totire portavoce Associazione esposti amianto: le analisi non hanno trovato fibre di amianto nell’acqua.
«È normale. Di solito si trovano al massimo un 25% di campioni positivi».
Non dobbiamo essere soddisfatti?
«Sono contento per i reggiani. Ma il problema è diverso».
Le analisi non bastano?
«No, perchè è come se facessimo un campionamento attorno a un edificio con amianto. Un giorno possiamo non trovare nulla, il giorno dopo se c’è vento possiamo avere dei valori alti».
 Cosa significa questo per le tubature dell’acqua?
«Che il problema non è la corrosione».
Infatti l’Ausl sottolinea che l’acqua reggiana ha un indice di aggressività che rassicura sulla possibile corrosione dei tubi.
«Ci mancherebbe altro, se aveste un’acqua che corrode i tubi in cemento sarebbe da Lucrezia Borgia».
Ma allora qual è il problema?
«L’amianto non viene via per corrosione, ma quando la tubatura si spacca. Quando invecchia e inizia a incrinarsi, a perdere fibre. E possono volerci mesi per accorgersene. Io posso fare i controlli oggi e tutto è a posto, domani si può incrinare un pezzo di tubatura».
Allora a cosa servono i controlli?
«Infatti sono un po’ soldi buttati via: la negatività di oggi non ci garantisce domani. Anche a Reggio in passato ci sono stati controlli con molti valori negativi, ma anche qualche positivo».
Lei ha ‘‘criticato’’ l’attrezzatura dell’Arpa.
«Usano la tecnica Sem, ritengo arrivi a leggere la presenza di fibre fino a un certo punto. Del resto mi dovrebbero spiegare perchè c’è chi usa un’altra tecnologia».
Resta l’impegno preso con la mozione votata dal consiglio comunale: sostituire tutte le tubature in cemento amianto.
«Credo che tra trent’anni chi leggerà questi articoli dirà: ma erano così intronati che si ponevano il problema dell’opportunità o meno di bonificare le reti?»