Reggio Emilia, 28 aprile 2011 - Agiscono di notte. Attaccano sui muri scrostati e deturpati della città e della provincia enormi opere d’arte, armati di spugne e colla da parati, come se fossero dei manifesti. Sicuramente qualcuno, passando con l’automobile, si sarà domandato di che cosa si trattasse. Si sarà anche sorpreso, in un sonnecchioso lunedì mattina, trovando all’improvviso il volto di Pablo Picasso sulla recinzione del mercato ortofrutticolo; Muhammad Ali vicino al liceo Moro; la faccia sorridente della partigiana Irma Bandiera, tornata nella sua terra, a Casalgrande; o l’immagine di un santo protettore a sulla strada di Codemondo. Decine di visi, immagini di uomini e donne che hanno fatto la storia dell’umanità e che non andrebbero dimenticati. Qualche distratto non ci avrà fatto caso. Altri, forse, avranno pensato a una nuova trovata pubblicitaria. Niente di tutto ciò. Se di manifesti si tratta, sono sì quelli ‘programmatici’ di una rivoluzione. La rivoluzione della bellezza, dell’arte. La rivoluzione dell’immagine, dell’impatto, contrapposti al grigio del cemento armato. Una rivoluzione tutta reggiana.
 

«Fx è un collettivo che ha come obiettivo inquinare il cemento armato urbano e di campagna — spiegano i giovani ideatori dell’iniziativa nel blog che hanno creato e su facebook —. Sono esclusi gli stabili già deturpati dal tempo e dal buongusto, come palazzi, chiese, castelli». Rimangono anonimi i ragazzi del gruppo, preferiscono non prestarsi a strumentalizzazioni. O a rischi. Perché l’attività di affissione abusiva è comunque un reato punito dal codice penale. Anche se loro — ribadiscono — si muovono con tutt’altro scopo e facendo riferimento addirittura all’articolo 9 della Costituzione. «Il principio che regola le incursioni o intrusioni è l’articolo 9 della Costituzione Italiana — raccontano —: ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’».
 

É così che si svolgono le incursioni (o intrusioni) artistiche: «Si parte di notte con tutto il necessario; vengono messe in atto direttamente dal Collettivo o in modo collettivo, cioè coinvolgendo numerose persone che agiscono utilizzando il materiale prodotto dal gruppo stesso: stickers, manifesti, quadri».
 

E non è tutto. L’iniziativa, lanciata qualche mese fa, si è allargata a macchia d’olio. Partita da Reggio, gli artisti dell’affissione hanno poi anche valicato i confini provinciali, allargando la cerchia dei loro ammiratori e seguaci, mettendo diverse ‘firme giganti’ anche a Parma, a Torino. Ma non era comunque sufficiente. La rivoluzione doveva toccare più mani, divenire ancora più popolare. Più semplice. Così sono nate le ‘intrusioni’ in miniatura, da tenere in tasca o in borsetta: pezzi unici disegnati a mano, con la penna, su carta adesiva, icone portatrici di un messaggio, di un aforisma, di uno slogan. Le frasi di Sanguineti, vicino a una libreria: «Le parole sono potenti, non sprecatele». O il pensiero di Alda Merini, all’interno di una radio: «Il grado di libertà di un uomo si misura dall’intensità dei suoi sogni». Quegli ‘stickers’ hanno viaggiato nelle valige dei reggiani e sono finiti sulle fermate degli autobus, sulle cassette della posta, sui cassonetti dell’immondizia, sulle colonnine dei parcheggi di Ferrara, Modena, Bologna, Loreto, Civitanova Marche. Altri sono volati fino a Melbourne (in Australia), a Buenos Aires (in Argentina). Altri ancora stanno aspettando di trovare una collocazione. Che importa se durerà poco, se qualcuno li staccherà o se verranno deturpati dalle intemperie; tutti colorUn santo protettore a Codemondo e, sotto, Pablo Picasso al mercato ortofrutta o che passeranno, che leggeranno, che si fermeranno un istante per cercare di capire, saranno già stati contagiati dal Collettivo.
 

«Chi vuole partecipare all’affissione di stickers può fare richiesta del materiale alla e-mail collettivofx@yahoo.it specificando una buona motivazione per cui si vuole agire — spiegano i ragazzi —. Una volta ricevuto il materiale deve seguire attentamente le istruzioni per l’uso: individuare uno spazio all’interno della città che sia frequentato da parecchie persone, possibilmente che sostano per qualche secondo in modo da avere un tempo di visione dell’affissione e, eventualmente, di lettura della frase; gli stickers sono già pronti per l’uso: è sufficiente staccare la pellicola adesiva». Infine, la certificazione: «Spedire una foto dell’avvenuta affissione, possibilmente contestualizzata». La rivoluzione in atto. Ed è già tra le dita e negli occhi di chi la sa guardare.