Reggio Emilia, 29 aprile 2011 - Trentamila metri quadrati di amianto sui tetti di capannoni dismessi alle porte della città sono tutt’altro che rassicuranti.
I capannoni sono quelli delle ex Reggiane, ben visibili sia da via dell’Aeronautica che da piazzale Europa (zona Centro Malaguzzi, sede di Reggio Children) e preoccupante biglietto da visita per i viaggiatori in arrivo alla stazione ferroviaria. In parte sono stati bonificati, come testimonia l’Ausl, ma su molti tetti non si è intervenuti.
Ripetuti campionamenti dell’aria, eseguiti anche a cura dell’Università di Modena e Reggio, dipartimento scienze della terra, hanno accertato che la quantità d’amianto rilevata è molto bassa, da 0 a 0,01 fibre amianto per litro, a fronte di un limite di legge di due fibre per litro per poter utilizzare gli ambienti bonificati. E’ difficile tuttavia avere un’idea precisa del rischio.

I capannoni sono in disuso e sugli accessi sono stati innalzati muri, tuttavia le correnti d’aria, soffiando sui tetti in eternit, potrebbero a tratti staccare fibre che rischiamo tutti di respirare. Il dipartimento sanità pubblica dell’Ausl sollecita da due anni i proprietari ad intervenire per valutare lo stato di conservazione dei tetti, eseguendo periodici sopralluoghi. Alla proprietà, che sarebbe in parte riconducibile ad una immobiliare reggiana, è stata richiesta documentazione di analisi, per ora non fornita. La verifica sui tetti e le eventuali opere di conservazione sono infatti a carico del proprietario che, in caso di accertato degrado dell’amianto, può decidere se toglierlo ovvero se incapsularlo con adeguata verniciatura.
 

Una buona notizia riguarda i capannoni prospicienti il parcheggio di piazzale Europa, le cui coperture sono in evidente cattivo stato di conservazione: il Comune, che li avrebbe acquistati per la realizzazione del futuro tecnopolo, garantirebbe la bonifica dei tetti entro la prossima estate.
L’Amministrazione comunale è stata anche attivata dall’Ausl perché intervenga presso il proprietario degli altri immobili. Lo conferma William Montorsi, coordinatore tecnico Ausl per la prevenzione sulla sicurezza degli ambienti di lavoro, che ricorda come già dal 2009 l’Unità sanitaria locale abbia «sollecitato la proprietà affinchè effettuasse le necessarie valutazioni con formale richiesta».

«Non avendo ottenuto riscontri», l’Ausl «ha provveduto a proporre al Comune l’emissione di un’ordinanza, in data 24 febbraio 2011, tendente a prescrivere un attento censimento di tutti i manufatti contenenti amianto presenti nell’area, la valutazione del loro stato di conservazione ed il conseguente programma di manutenzione e controllo nel tempo». La Sanità pubblica, rileva Montorsi, «qualora i proprietari non diano garanzie in tempi brevi sullo stato di conservazione delle coperture, fermo restando gli aspetti sanzionatori o penali, promuoverà campionamenti di fibre di amianto nell’aria e altri ulteriori controlli per verificare l’assenza di condizioni di rischio».