Reggio Emilia, 6 giugno 2011 - Troppe case popolari agli extracomunitari “che poi non pagano”, con la conseguenza dell’avvio di “pratiche per il recupero dei crediti, con notevoli spese legali”, in particolare a Reggio Emilia. Ma “non è questo il modo di gestire il patrimonio pubblico”. Dal 1 gennaio 2009 al 30 settembre 2010, in Emilia-Romagna l’Acer ha istruito 8.466 atti (di cui 849 dirette ad extracomunitari) tra diffide, pratiche legali e solleciti di pagamento.

La denuncia arriva dal consigliere regionale del Pdl, Fabio Filippi, che evidenzia una situazione particolarmente difficile a Reggio Emilia, il suo territorio di provenienza. In questa provincia, infatti, si contano 585 diffide per il recupero delle morosità (390 relative a cittadini italiani, 3 comunitari e 192 extracomunitari) e 246 pratiche legali (164 relative a cittadini italiani, un comunitario e 81 extracomunitari). I dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna sono divisi per provincia e ne emerge che l’azienda Casa dell’Emilia-Romagna (Acer) in poco più di un anno e mezzo ha istruito 229 tra diffide e pratiche legali (di cui 31 a extracomunitari) a Piacenza; 686 solleciti e 107 diffide (15 a stranieri), 112 pratiche legali (35 a stranieri) a Parma; 1.071 solleciti (185 a stranieri) a Bologna.

Passando a Ferrara, nello stesso periodo si contano 1.350 diffide per il recupero delle morosità e 110 pratiche legali (19 extracomunitari), a Forlì-Cesena sono stati avviati 2.203 solleciti e 52 pratiche legali (di cui 16 a extracomunitari), mentre a Modena si contano 607 diffide e 277 pratiche, ma non si sa quante a carico di cittadini comunitari, e a Ravenna si parla di 171 pratiche (31 a stranieri). Meglio di tutti va Rimini, dove tra il 1 gennaio 2009 e il 30 settembre 2010 sono partiti 58 atti per il recupero delle morosità di cui due a cittadini non italiani. Sono alte, dunque, “le spese legali sostenute dall’Acer e il recupero del credito non è assicurato”, attacca Filippi.

I Comuni “assegnano le case agli extracomunitari che in elevata percentuale neppure pagano l’affitto”, e intanto crescono le ingiunzioni di sfratto per i cittadini extracomunitari, in particolare nella provincia di Reggio Emilia.
L’Acer è un ente pubblico economico, dotato di responsabilità giuridica e di autonomia organizzativa, patrimoniale e contabile e i titolari sono gli enti locali, ricorda il consigliere. La procedura di recupero crediti, in generale, si attiva dopo due o tre mesi di morosità o per un insoluto che parte solitamente da 500 euro. La pratica d’intimazione di sfratto per morosità, però, non si chiude in tempi brevi. 

“Di conseguenza le spese legali sostenute dall’ente sono notevoli e il recupero del credito non è assicurato”, aggiunge. “I Comuni si disperano per i tagli del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, peraltro esigui, e gestiscono in questo modo il patrimonio abitativo pubblico”. Assegnano le case agli extracomunitari “che neppure, in elevata percentuale, pagano l’affitto”.