Reggio Emilia, 2 settembre 2011 - Ha sparato per fermare i ladri. Ha sparato quindici colpi di pistola con la sua Beretta. Sparava in aria e urlava: «Fermatevi, fermatevi, ridatemi la mia moto». Adesso Francesco Catapano, 37 anni, ex guardia giurata prima, progettista meccanico poi e disoccupato ora, si trova nei guai: denunciato dai carabinieri alla procura della Repubblica per porto abusivo di armi ed esplosioni pericolose.
Tutto è avvenuto dopo le 23 di mercoledì in via Ferraroni, una strada stretta che da Pieve Modolena porta a Roncocesi. Racconta Francesco Catapano: «Era stato fuori e stavo facendo ritorno a casa. Quando ho imboccato il ponticciolo della mia abitazione ho visto uno che si allontanava con la mia moto enduro da corsa e vicino a casa ho visto altre due persone scappare».

Francesco Catapano è entrato in casa, ha preso la sua Beretta calibro 9x21 (deteneva regolarmente l’arma per uso sportivo) ed è uscito. Ha sparato un primo colpo. Poi un secondo. «Ho cercato di raggiungere le due persone che scappavano per i campi, pensavo di raggiungerli ma non ce l’ho fatta».

Il fragore delle esplosioni ha scosso l’abitato. Una persona che abita lungo la strada ha chiamato la centrale operativa dei carabinieri con voce preoccupata: «Ho sentito dei colpi d’arma da fuoco, non so cosa stia accadendo». Ma poco dopo è arrivata anche la chiamata di Francesco Catapano: «Mi hanno appena rubato la moto dal garage e ho visto altre due individui allontanarsi a piedi».

Correva nel buio Francesco, con la speranza di poter acciuffare i ladruncoli o comunque i complici. Dieci anni fa aveva lasciato il lavoro di guardia giurata e in quel momento riviveva le nottate trascorse ad impedire che i malviventi potessero fare irruzione in una azienda o in una casa privata. Conosceva bene il comportamento di chi scappa perché scoperto. Francesco ha fatto un chilometro di corsa ed è arrivato alle due aree private, dove vivono due famiglie di nomadi. E’ arrivato lì con la pistola ancora in pugno. «Ridatemi la mia moto, restituitemi quello che mi avete tolto», sono state le sue urla. Ma dalle due aree di sosta non si è affacciato nessuno. I Poli e i Peverello, le due famiglie di nomadi dicono di aver udito degli spari ma di non avere visto nessuno davanti al campo. Poi sono arrivati i carabinieri che si sono fatti consegnare la pistola Beretta (aveva ancora un colpo in canna) da Francesco e che hanno sequestrato.

Esasperato dai continui furti, Francesco Catapano ha avuto una reazione fin troppo forte. Racconta: «In pochi mesi i ladri sono stati da me ben cinque volte. Le prime due volte hanno cercato di forzare le portiere dell’auto. Non ci sono riusciti. Allora se la sono presa con la mia abitazione: mi hanno rubato due tv, due computer e altri oggetti ancora. Poi sono entrati nel garage e mi hanno portato via alcuni attrezzi che mi servivano per preparare la moto enduro per le corse. E, adesso, la moto, senza la quale domenica non potrò partecipare a una gara a Brescia».

Vuole lanciare un appello ai ladri? «Sì, restituitemi l’enduro in modo che possa gareggiare e dico a chi sa qualcosa, a chi ha informazioni, di chiamarmi perché possa recuperarla. Darò una piccola ricompensa. Dopo tante fatiche, sacrifici, dopo tante ore trascorse nel garage, che è la mia officina, mi piacerebbe potere partecipare alle ultime gare della stagione».