Reggio Emilia, 7 settembre 2011 - Chissà cosa avrebbe pensato il sanguigno sindaco Peppone Bottazzi nel vedere le cooperative rosse sfrecciare nel Giro della Padania, dove il capoclassifica indossa una maglia verde con tanto di rune celtiche.
Sì, perchè nella corsa ciclistica partita ieri da Paesana (Cuneo) con arrivo il 10 settembre a Montecchio Maggiore (Vicenza), che ha la Lega Nord come promotore, fra gli sponsor ci sono anche Coopsette e Unieco, realtà storiche della cooperazione di sinistra. Che non si sono fatte spaventare dalle polemiche che hanno preceduto l’iniziativa .
«Il giro della Padania è una pagliacciata e chiediamo agli enti locali di boicottarlo. La Lega Nord organizza una parata di regine», ha tuonato il comitato regionale di Rifondazione Comunista, riferendosi alla manifestazione cara al Carroccio, che vede la partecipazione di 23 squadre, di cui alcune provenienti anche dall’estero. I 150 atleti gareggiano su un percorso suddiviso in cinque tappe, dal Piemente al Veneto, con transito da Emilia Romagna e Lombardia, per trovare il perfetto colpo di pedale in vista dei mondiali.
 

«Siamo un’impresa dalle mentalità aperta e non ci spaventa sponsorizzare iniziative come la festa del Pd, il Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, oppure il Giro della Padania», sottolinea Flavio Ferrari, vicepresidente della Coopsette. «La presenza sul territorio ci fa incontrare tanti interlocutori, da cui arrivano richieste di aiuto che hanno a che fare con il volontariato, lo sport e la politica, che valutiamo con visione laica della realtà italiana».
Dopo il via alla presenza di Renzo Bossi, il figlio del Senatur, e di Michelino Davico, sottosegretario agli Interni leghista, Rifondazione Comunista è passata dalle parole ai fatti, portando in strada la protesta. Al momento del passaggio da Mondovì (Cuneo), gli atleti hanno trovato la strada occupata dai contestatori, sdraiati a terra. Era presente anche Paolo Ferrero, segrenatrio nazionale Prc. Solo i primi tre ciclisti, in fuga, hanno aggirato la protesta, mentre il gruppo è transitato solo con l’intervento delle forze dell’ordine. Un agente, investito da una delle auto al seguito della corsa, è stato ricoverato.


«Non entriamo nelle polemiche e non facciamo discriminazioni, scegliendo di collaborare con amministrazioni di tutti i colori per sponsorizzare iniziative che coinvolgono un pubblico numeroso», taglia corto Flavio Ferrari.
«Per noi è una corsa come tante altre, organizzata da gente seria e non mi pare che in passato ci siano state polemiche per gare che sottolineavano il I maggio, la liberazione, l’unità o qualche festa di partito», afferma deciso Bruno Reverberi, team manager della Colnago Csf Inox, che quando è lontano dal ciclismo si riposa nella casa di Ghiardo di Bibbiano. «I politici che fanno polemica devono capire che questa gara per noi è lavoro e serve in vista dei mondiali».
La tappa d’apertura è stata vinta da Sacha Modolo, atleta in odore di nazionale incluso proprio nella formazione coordinata Bruno Reverberi insieme al figlio Roberto, che ha base a Montecchio. Come dire, dalla città del Tricolore alla conquista del vessillo padano. Almeno per questo, l’inossidabile Peppone potrà lasciarsi sfuggire un sospiro di sollievo.